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DE LEMB
Cronaca semiseria di un concerto dei Genesis (oops dei Musical Box)
Bologna, 31/01/2005

 

Le due e mezza. Ancora in studio. L'ingegner Frazz mi chiede le quote dei fondi scavo dei Lotti Gb e Gc. Gabriele ha rilevato in cantiere un fuorisquadra di 8 cm in 6,40 m di interasse strutturale. La mia settimana passata a studiare le Lamia, gli Slippermen e le multiformi manifestazioni di Rael non mi è di molto aiuto. Cerco invano una Liliwhite Lilith che mi conduca fuori dalla sala delle 32 porte in cui sono intrappolato.
Basta !
Decido di mandare tutto al diavolo e di partire per Bologna.
Alle tre sono al casello di Firenze Sud. A Barberino inizio ad intravedere la neve. Ho trascorso tutto il week-end a setacciare bollettini meteo e monitorare le web-cam nel tratto appenninico dell'A1 in previsione della trasferta felsinea di lunedì 31 gennaio 2005.
La presenza di tratti ghiacciati mi consiglia prudenza....sono le tre e mezza ed il concerto è fissato per le nove!

Alle 5 di sera cammino per Via Saragozza (ma quanto è lunga Via Saragozza !?!)
Mancano quattro ore al concerto e mi ritrovo a girovagare senza meta per Bologna. Via Barberia, Via Isaia, Vicolo di nonsocché.... all'improvviso la mole di San Petronio mi si para davanti agli occhi in Piazza Maggiore. Il non finito paramento lapideo esterno della sua facciata è un richiamo irresistibile agli occhi di un architetto.
Si, sono un architetto, di fatti entro.... in un bel negozio di ottica ed articoli fotografici.
Marco, che è stato al concerto di Roma, mi ha consigliato di procurarmi un binocolo da teatro perchè si corre il rischio di perdere certi particolari (i genitali dello Slipperman visti da vicino ben valgono i 60 euro di spesa !). Il commesso, un cinquantenne con la chierica, mi decanta le virtù del binocolo.
"Vede, la focale è ottima, l'ingrandimento è un 4x e... con questa lucina può leggere al buio i libretti d'opera".
Il mio fare distinto tipico del quarantenne laureato, con una certa posizione, con un certo modo di fare, lo deve aver convinto a spingere sul tasto della lirica.
Al che esclamo: "Sa, mi servono per andare a vedere i Musical Box al Teatro delle Celebrazioni che rifanno un concerto dell'ultima turnee dei Genesis con Peter Gabriel".
"Aaaha...i Genezisc, quand'ero ragasso sciono andato a vederli con la morosa... e piter gabriel era coscì buffo con quel costume da fiore".
"Si ma quelli erano i concerti prima del '75, I Musical Box sono un gruppo canadese che ripropone integralmente lo spettacolo di The Lamb".
"De Lemb che ???".
Avrei voluto incastonare il binocolo in finto oro nel bel mezzo della chierica, ma il mio animo ecumenico non scevro da una buona dose di spirito missionario mi lancia in una lunga dissertazione mistico-filosofica... from Genesis to Revelation.

Alle otto e un quarto finalmente si entra. Ho la "poltronissima": fila D, poltrona 26 - Ergo quarta fila penso io. Sorpresa ! La fila è la undicesima perchè non si parte dalla "A". Quelli delle prime file sono talmente privilegiati da infischiarsene dell'alfabeto.
Marco aveva ragione. Il binocolo mi servirà.
Mi guardo intorno mentre la sala si sta riempiendo. Sono defilato ai margini esterni della fila. Penso: "Se qualcuno non viene mi sposto verso il centro". Speranza vana perché già alle 21 il teatro è quasi tutto pieno.
Quattro cinquantenni occupano le poltrone accanto alla mia (verso il centro). Che rabbia !!! Quello al mio fianco sfoglia il programma di "The Lamb Lies Down On Broadway" conversando amabilmente con i propri amici.
Mi sento solo...la sala è piena di persone la cui età media sfiora i cinquanta e passa anni, la maggioranza è in compagnia (quasi esclusivamente maschile). Me li immagino a 15-16 anni a discutere nelle loro camerette con l'amico che vedo incanutito al loro fianco su chi sia il più bravo tra Rick Wakeman e Keith Emerson, Peter Gabriel e Peter Hammill, Steve Hackett e Steve Howe" mentre in sottofondo... "Altaloma, 5 till 9".
Chiamo Marco al cellulare. Comincia una delle nostre consuete interminabili conversazioni che sono il terrore delle nostre mogli. "Ma hai sentito i The Watch, il cantante canta come Peter Gabriel". "Si d'accordo gli somiglia molto ma se ascolti attentamente, l'interpretazione è diversa, più simile agli IQ". "Ai Citizen Cain vorrai dire"... Impressionato dall'involontario sfoggio di erudizione il mio vicino di poltrona, al termine della lunga telefonata, mi chiede: "Scusa ma.... De Lemb significa agnello?". Ma dove sono capitato? Ho passato due settimane a studiare "The Lamb". Ho rielaborato in chiave critica le traduzioni delle liriche mediando i contributi di Armando Gallo e di Giovanni De Liso della fanzine "Dusk" per fare in modo da eliminare il gap comunicativo della lingua, così come fanno i melomani americani che vanno a vedere l'Aida al Madison Square Garden. Mi aspetto dei confronti serrati sul senso di IT nelle sue varie possibili accezioni come un novello Sapegno alle prese con il VII canto dell' Inferno e tutto ciò che esce dalle mie labbra è "Si... de lemb significa agnello!". In quello stesso istante vedo Fabrizio Frizzi che cerca la sua poltrona due file dietro la mia.

Buio in sala. Una voce fuori campo minaccia di morte chiunque faccia foto o registri in qualsiasi maniera il concerto. La sagoma dei musicisti si intravede nella penombra. Manovre orchestrali al buio.
Luci. Un Peter Gabriel con i capelli corti e neanche troppo somigliante all'originale, spiega in un misto di inglese ed italiano la storia di Rael. Se ci fosse in sala Peter Johnny Gabriel Stecchino direbbe: " Nun me somiglia pe'niente".
Si, daccordo, le foto di Armando Gallo e qualche spezzone di film che emerge di tanto in tanto dall'oblio (non esistono filmati ufficiali sui concerti di The Lamb), ci testimoniano che il Nostro aveva i capelli corti e si muoveva in quel modo e che aveva quel tipico accento, però....

And the lamb lies down on Broadway.
Early morning Manhattan....

Rimango con il binocolo in mano per tutta la durata del pezzo in uno stato di morte apparente fino a quando il fragore degli applausi mi riporta in vita.
SONO I GENESIS - NON HO MAI VISTO I GENESIS - AVEVO 11 ANNI NEL '75 -SONO CONTENTO DI VEDERE I GENESIS !!!!
Seguo il ritmo incalzante delle diapositive (1.100 identiche riproduzioni degli originali) cercando di collegare le immagini alle parole di Peter (Va bene non gli somiglia ma oramai per me E' Lui... o Rael... o John ?)
Salto in aria alla molotov lanciata da Rael.
When I take out my bottle, filled up high with gasoline,
You can tell by the night fires where Rael has been, has been.
Mi diverto ai piccoli siparietti che come trent'anni fa intrattengono pubblico e band (incredibile, anche Steve Hackett ride!).
Il binocolo se ne sta quieto nella tasca della camicia quando inizia "The Waiting room". Non c'è Peter e non c'è Steve. Il numero 10 ed il centravanti se ne sono andati. Rimane il centrocampo e la difesa a reggere la squadra. Ma funzionerà il binocolo ?
Inquadro Mike. Caspita chi se lo immaginava quel mulinare di falangi mentre guarda Phil che suda e spacca la grancassa con Tony che, imperturbabile come al solito, scarica fiumi di note sull'audience annichilita.


Si... i testi, le allegorie, il concept, l'opera rock, va bene siamo tutti daccordo... ma cosa sarebbero stati i Genesis senza quei tre... And Then There Were Three.
Arrivano le Lamia, uno strepitoso Slipperman che esce dal bozzolo e snocciola la gustosa pantomima dell'evirazione. Il corvo ruba il membro in sottovuoto nel tubo di plastica gialla e lo getta nell'acqua. Rael salva il fratello John dalle rapide.

Hang on John! We're out of this at last.
Somethings changed, that's not your face.
It's mine - it's mine!

Uno scoppio e i due Rael appaiono all'unisono introducendo la conclusiva IT.

Applausi..."Crazie".... Applausi..."Crazie".... Applausi..."Crazie".... Silenzio...

While Henry Hamilton-Smythe minor (8) was playing croquet
with Cynthia Jane De Blaise-William (9), sweet-smiling Cynthia......

Play me Old King Cole.......

Il pubblico è in delirio.
Guardo le teste delle persone davanti a me e capisco dai movimenti ritmati i veri fans dagli spettatori occasionali. Un signore in giacca e cravatta si alza davanti a me "scusi sa ma devo proprio andare". Ma dove va ?? Lo manderei dal commesso del negozio di ottica, magari insieme a mister "De Lemb", che ancora mi siede accanto.
Ad un certo punto Peter non c'è più. Ricompare con la maschera da vecchio. La voce tremolante in un crescendo che fa crollare il teatro.
"Crazie, Crazie" e se ne vanno...loro!!! Perchè nessuno di noi ha intenzione di andarsene senza il secondo bis: "Fuori ! Fuori ! Fuori ! Fuori !".

Ecco che arriva Phil. Ok Peter è Denis Gagnè, Tony è David Myers, Steve è Denis Champoux, Mike è Sebastien Lamothe, Phil è Phil. Non venite a dirmi che quello che si spaccia per un certo Martin Levac non è Phil !!! Suona da Dio, canta o meglio controcanta interpretando John (il fratello di Rael), fa i cori, è calvo come lo era Phil nel '75, è mancino, tiene la testa in posizione leggermente inclinata dal basso verso l'alto alla ricerca del microfono mentre massacra la batteria, e poi...attenzione...porta i polsini!!!
Watcher of the skies......... e anche mister De Lemb comincia a piangere.
Vedo le Batwings e una lacrima mi solca il viso infrangendosi sulle lenti del binocolo che tengo stretto tra le gambe.

Sono sull'Appennino. Non la faccio dalle 19. A Roncobilaccio mi fermo all'Autogrill. Mi chiudo a chiave e odo distintamente il rumore di conati di vomito provenire dal cesso vicino. Devo far presto, chissà che razza di "drogato" ci sarà. Magari mi picchia a sangue e mi ruba il portafoglio e l'orologio. Il flusso dell'urina tenuta a lungo per troppo tempo non ha nessuna intenzione di cessare. Non c'è libero arbitrio nel pisciare....

I see no sign of free will,
so I guess I have to pay,
pay my way,....

Sento il "drogato" che sbatte la porta. Devo far presto ! Mi chiudo la zip che ancora non ho finito. Esco e un signore completamente glabro con un colorito giallastro e piccole gocce di sudore disseminate copiosamente sul volto in alternanza a ripugnanti protuberanze carnose, mi guarda in silenzio con aria sofferente...

facing me moves to say "hellay".


Simone "Greg" Casini

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