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L'addio ad Arlequins da parte della 'zine NO WARNING! 
No. 19 - Maggio 2001

Esisteva una volta la fanzine, spesso non era bella da vedere, ma la sua bellezza risiedeva nella capacità che aveva di andare diritta al cuore del lettore. Fotocopiata, ciclostilata, poi stampata, inizialmente piena di errori, alcuni bianchettati e corretti a mano, alcuni trascurati, con quelle foto troppo scure ritagliate ed incollate, difficilmente decifrabili a prodotto finito : tutto questo ed altro concorreva a “fare” la fanzine, giornalino amatoriale che trasudava sincera passione. La fanzine crebbe e si moltiplicò, ma l’inarrestabile incedere del progresso ne segnò il destino : alcune vollero evolversi e diventare rivista, bella, patinata ma vuota ed altera, altre si estinsero, altre ancora svilupparono caratteri che gli consentirono di sopravvivere, almeno fino al boom delle E-zines. Recentemente ha cessato di esistere anche una delle ultime vere fanzines, la senese Arlequins, per oltre dieci anni punto di riferimento per gli appassionati di progressive rock in Italia ed un po' in tutto il mondo. Personalmente non ne sono mai stato un grande estimatore, pur avendone acquistati diversi numeri, ma ho sempre riconosciuto nel team guidato da Alberto Nucci una dedizione, una sincera passione nel loro lavoro che molte altre testate hanno smarrito nel corso del tempo e che ha lasciato spazio a ben altri e meno nobili valori. C’era anche ingenuità tra le pagine di Arlequins, ma questa è da intendersi come virtù inconiugabile con boria, falsità, arroganza e viltà : ai redattori di Arlequins piaceva parlare di prog rock e solo di quello, era il genere che gli piaceva e per questo si sono spesi per dieci lunghi anni in un ambiente dove è tutt’altro che agevole muoversi a causa della negatività che lo ha sempre attraversato, ma Alberto Nucci e soci hanno tirato sempre dritto, con una dedizione ammirevole, fedeli fino in fondo alla loro causa. Il commiato è avvenuto con un ultimo numero il cui editoriale è intriso di un’amarezza tale che mi ha spinto immediatamente a contattare Alberto per esprimergli la mia solidarietà in un momento che, per mie esperienze passate, sapevo essere tutt’altro che facile. Con Arlequins non se ne va solo una delle ultime fanzines “cartacee” (con il web, di carta se ne farà sempre meno …), ma anche un pezzo di storia e di cultura : Arlequins è stata testimone dell’espansione del prog rock Italiano e mittel Europeo, quindi della effimera rinascita del British prog rock, senza contare il suo oscuro lavoro alla ricerca di vecchie e nuove realtà in paesi dell’America Latina e dell’Europa Orientale. Ha continuato la sua opera anche in questi ultimi anni di declino della scena, sopravvivendo ad altre zines, a bands, etichette, ed oggi si ritira con dignità, preferendo questa soluzione ad una lenta agonia. Ad Alberto e al suo staff vanno i miei migliori auguri di buon proseguimento sul web (http://www.arlequins.net)

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