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SENS |
Les regrets d'Isidore D. |
Mellow Records |
1999 |
FRA |
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Sembrava che, al di fuori dei Versailles, il tipico Prog sinfonico francese (quello alla Ange, per intendersi) si fosse proprio estinto... tant'è che gli stessi Versailles si sono dovuti sdoppiare nei Mona Lisa! Invece ecco spuntare dal nulla questi Sens che proprio a questa tradizione si rifanno, con convinzione e buona ispirazione. In loro non troviamo eccessivi barocchismi, bensì un solido Prog dalle sonorità abbastanza moderne che vede le lunghe composizioni come canzoni lunghe, piuttosto che come suite, con questo non volendo tacciarli di essere troppo lineari o poco fantasiosi. Questo è vero fino a un certo punto nel caso dei 24 minuti di "La bête de Gévaudan", una sorta di "Grendel" alla francese. Non pensiate per tutto ciò di trovarvi di fronte a una album di new Prog o addirittura di Prog metal! Valgono le considerazioni iniziali: siamo in pieno territorio Ange, quanto a tematiche ed atmosfere, spesso impegnate quest'ultime a tessere tormentati arazzi sonori, condotte per mano da un cantato forse un po' troppo poco caldo per l'impostazione che si vuole dare, ma sicuramente dai toni adeguati a far rendere questa musica a dovere. A tratti il risultato è quasi entusiasmante, ma anche mediamente ci troviamo ad ascoltare uno dei migliori album di Prog sinfonico degli ultimi tempi. Esso vale certamente l'acquisto da parte di tutti gli amanti degli Arlecchini e dei capitani Cuor-di-Miele...
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Alberto Nucci
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