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SAENS |
Escaping from the hands of God |
Cyclops |
2002 |
FRA |
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Questo è il secondo disco di questo gruppo francese, anche se il primo ("Les regrets d'Isidore D.") è stato pubblicato a nome Sens. Per l'occasione, uscendo per una label inglese (ma spero non sia stato fatto solo per questo!) cambia anche la lingua d'espressione, con l'eccezione di un brano ("Requiem") cantato in francese, nonché di un paio di strumentali. Sebbene Pascal Bouquillard abbia una discreta pronuncia, si sente che l'inglese non è la sua madre lingua, tuttavia. Anche lo stile musicale cambia leggermente, passando da un new Prog legato alla tradizione francese a qualcosa più orientato verso sonorità più britanniche, con somiglianze che portano ad Arena, IQ e Pendragon, soprattutto i primi quanto a drammaticità dei toni. Le canzoni dell'album, eccettuata una, superano i 10 minuti di durata, scelta che risulta interessante ma che talvolta pare un po' forzata: il brano intitolato "The crawler" in effetti appare artificiosamente frammentato e pare non portare a nulla di concreto. Si tratta dunque di ne Prog sinfonico, con qualche lieve tocco heavy e brevi spunti jazzati, con buone armonie, parti abbastanza complesse ma senza esagerare e ben costruite (con l'eccezione sopra indicata). "Alone" risulta forse il pezzo più creativo del lotto, con parti più in stile Marillion che si alternano ad altre più d'atmosfera, accelerazioni e momenti carichi di tensione, organo e campane... 16 minuti da incorniciare. La band ha saputo creare un album di new Prog con un feeling classico, forse non un capolavoro in senso assoluto né forse molto attraente per chi cerca un Prog più originale ma sicuramente d'effetto e ben congegnato se amate qualcosa di un po' meno impegnativo.
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Alberto Nucci
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