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MEN OF LAKE |
Music from the land of mountains, lake and wine |
MMS |
1998 |
ITA |
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Non credo si possa parlare di svolta decisa, ma i Men Of Lake di questo nuovo album sono piuttosto differenti da quelli che esordirono 8 anni fa col loro bellissimo album omonimo. Le influenze che possiamo riscontrare nella loro musica sono, più o meno, sempre le stesse: tutti i brani sono infatti ancora in bilico tra le lucide follie di Hammill e soci ed i Pink Floyd più melodici, sia pur con un rinnovato accento in favore di questi ultimi. Nonostante ciò, comunque, il suono del gruppo ha perso la grezzezza, la ruvidità e le atmosfere quasi ruspanti che caratterizzavano gli inizi. Questo disco è invero molto più raffinato, quanto a toni e sonorità, con l'innesto peraltro di parti di flauto e sax. Tra l'altro, proprio l'utilizzo di quest'ultimo in un paio di brani porta prepotentemente alla bocca il nome dei Van Der Graaf Generator. La maggior parte dell'album è fatto di composizioni abbastanza semplici, spesso dai toni soffusi, come detto, con buon utilizzo di un 4/4 melodico floydiano, con pochi momenti in cui la musica si porta sopra le righe, come si suol dire. Si tratta di un bel disco, per chi non l'avesse capito; un bel ritorno per una band ormai storica del neo Prog italiano.
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Alberto Nucci
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