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Questo disco ha rappresentato per me la vera sorpresa di questo scorcio d'anno; un album ancorato alla tradizione progressiva ma fresco e spontaneo al tempo stesso... con chiare derivazioni (King Crimson, Genesis, Gentle Giant, Beatles...) ma anche originale, senza troppe lunghezze strumentali ma per nulla scarno, anzi... quanto mai ricco di spunti diversi, cambi di tempo, situazione... e anche stile! All'inizio il cd sembra opera di un gruppo clone dei Crimson, ma è un'impressione che dura pochissimo. Già il secondo brano ci dà la misura di ciò che il gruppo può offrire, senza che in seguito il livello si abbassi mai più di tanto. Certe volte sembra di sentire qualcosa che può assomigliare a certi momenti degli Spock's Beard, ma negli Izz a mio parere c'è e ci può essere molto di più. Il rock americano è solo una delle sfaccettature di questo gruppo, piuttosto che la base su cui si muove il tutto; all'interno di questo disco possiamo trovare varie sfaccettature e tendenze, dal rock sinfonico tout court alla fusion, dal rock ruvido molto cimsoniano alle canzoni alla Beatles... ma quel ch'è bello è che il gruppo, pur non concedendo moltissimo del proprio sound alla commercialità, dà l'impressione di poter essere in grado di diventare un nome importante nella nuova scena rock. Forse sarà il fattore sorpresa, ma questo nuovo gruppo si è conquistato un posto importante nella mia personale playlist di fine anno...
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