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I Transience, gruppo imparentato coi Lands End, sono al loro secondo album. Non conoscevo il primo, quindi mi sono trovato piacevolmente sorpreso da questo progetto che offre all'ascolto una proposta pregna di malinconia, di delicatezza, di poesia. La musica non ha mai toni alti ma si snoda con incedere lento ed inesorabile sulle note di una chitarra acustica e delicate percussioni su cui s'inseriscono, quasi in punta di piedi, ora le tastiere, ora un sax o una chitarra elettrica. Il cantato è quasi un recitato e ricorda, stanti anche le atmosfere generali, i No Man, i Pink Floyd di "The final cut" (pur con un approccio molto meno pessimistico) o -perché no?- gli ultimi Talk Talk. Il tutto ha un fascino particolare, lo si sarà capito; il disco è di quelli da gustare a sorsi piccoli.
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