Questo è il terzo album per i toscani HYAENA, i quali si barcamenavano sullo stile hard Prog già da prima che i DREAM THEATER divenissero un modello da imitare. Dopo il capolavoro "The ground, the light, the sound" (1992), grande era l'attesa dei pochi (rispetto a quanti dovrebbero...) che conoscevano la band di Pistoia per questo nuovo lavoro, tanto più che si sapeva che era stato inserito un altro tastierista in organico. Alla resa dei conti, una parte delle aspettative viene delusa. Non sono quelle che riguardano la qualità del prodotto: il CD, sebbene registrato dal vivo (anche live in studio, rigorosamente in presa diretta), presenta una resa sonora più che accettabile, per non parlare di quella musicale, su cui dirò più ampiamente in seguito. La delusione (che è relativa, ad ogni modo) riguarda il parziale allontanamento del gruppo dalle sonorità Prog e l'utilizzo delle due tastiere, delle quali raramente ci s'accorge, nell'arco dei quasi 70 minuti dell'album. La musica degli HYAENA, interamente strumentale, va ricordato, è tuttavia pur sempre più che godibile. Le sonorità hard molto anni '70, spesso si stemperano in pezzi dalle vaghe assonanze blues, fusion, Prog e psichedeliche. Anche nei momenti in cui il gruppo si produce in un semplice pezzo hard rock, possiamo sempre aspettarci... l'inaspettabile, ossia un brusco cambio di tempo, o uno stacchetto di tastiera, o un assolo di chitarra che sembra non c'entri niente ma che invece c'entra parecchio... Il fatto è che l'assenza del cantato consente al gruppo una libertà di movimento molto ampia, e i musicisti si portano automaticamente lontano dai consueti schemi, anche in presenza di pezzi non lunghi. In conclusione: è un CD di hard rock per palati fini, quasi sperimentale, di certo non di quelli che possono creare proseliti tra i ragazzini. Altra cosa, rispetto alle miriadi di metal bands in circolazione.