Parziale ritorno a composizioni più prettamente progressive per il gruppo giapponese che aveva assai deluso col precedente e poppeggiante "II". Purtroppo anche il tastierista originario se n'è andato ed al timone è rimasto solo l'istrionico violinista/cantante Eigo Utoh che può così dar libero sfogo al suo ego. E' soprattutto il violino ad essere in evidenza e a disegnare i numerosi temi che si alternano all'interno dei pezzi, lasciano ogni tanto il passo alle chitarre, soprattutto l'acustica. Dimenticatevi comunque le maestose tastiere che duellando col violino avevano caratterizzato il magbnifico"Beyond the clear air". Il disco comunque non è male, ma certo la magia di suddetto disco e praticamente svanita, e non riaffiora che raramente durante qualche assolo di violino.