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QUATERNA REQUIEM |
Quasimodo |
autoprod. |
1994 |
BRA |
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Persi per strada ben tre componenti dei cinque originari (sono in pratica rimasti i soli Elisa Wiermann alle tastiere e Claudio Dantas alla batteria, seppur coadiuvati da alcuni ospiti), i brasiliani QUATERNA REQUIEM tornano a presentarsi sulle scene dopo anni di silenzio. Li avevamo infatti lasciati nel 1990 con l'ottimo "Velha gravura", opera prima che metteva in luce una forte passione per le ambientazioni classiche e barocche. Con questo secondo lavoro i Q.R. si spingono oltre sulla strada della musica sinfonica, responsabili soprattutto le onnipresenti tastiere di Elisa Wiermann (unica mente compositrice), che si ergono a protagoniste assolute nella quasi totalità dei brani. Claudio Dantas e gli altri musicisti convitati raramente vanno oltre il ruolo di comprimali, ma quando lo fanno rappresentano indubbiamente una piacevole sorpresa, visto che altrimenti si correrebbe il rischio di annoiarsi sul serio. Quanto detto riguarda in particolare la prima parte dell'album, più in linea con i vecchi Q.R. nonostante la scomparsa del violino penalizzi non poco le possibilità espressive della band. In essa la palma della composizione migliore spetta probabilmente a "Irmãos Grimm", appunto per la maggiore collaborazione tra i vari strumenti messa in luce. Con la seconda metà del CD, interamente occupata dalla suite "Quasimodo" (39 minuti), il gruppo intraprende infatti un percorso musicale che sotto molti punti di vista si discosta dal precedente. Qui la proposta dei Q.R. appare più meditata, più ponderata, meno virtuosistica: un corno dal sapore antico introduce il brano che si snoda poi attraverso canti gregoriani, parti d'organo, chitarre acustiche flauti e clavicembali, anche se non vanno dimenticate un paio di sezioni più energiche assai piacevoli. La band sembra profondere un grande impegno nel cercare di ricreare atmosfere dal sapore antico, perché -per dirla a modo loro - "non si debba essere portati dalla frenesia dei nostri tempi a considerare solo il presente e a rinunciare al passato". A voler essere sinceri questo "Quasimodo" rappresenta però più un passo indietro che un passo avanti rispetto a "Velha gravura", soprattutto nella sua prima parte che dà l'impressione di tentare ma di non riuscire a ricreare le vecchie emozioni. Sulla seconda lascio giudicare a chi avrà occasione di ascoltare il CD, visto che questa musica non è certo per tutti... dedicato a chi ama il prog nella sua accezione più anacronistica e barocca.
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Riccardo Maranghi
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