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LONDON UNDERGROUND |
Through a glass darkly |
Musea |
2003 |
ITA |
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Non conoscendo la band è facile essere tratti in inganno e pensare di trovarsi alle prese con un gruppo inglese degli anni Settanta, riscoperto in seguito alle solite operazioni di ristampa. In realtà il gruppo è attuale, italianissimo, toscano per la precisione, ed è composto da musicisti navigati. Daniele Caputo, batterista e lead vocalist, è fondatore dei Birdmen of Alkatraz e membro degli Standarte ove suona anche il bassista Stefano Gabbani. Gianluca Gerlini, tastierista, è invece un ex membro dei Mistic Band e dei Reggae Revolution. A completare la formazione il chitarrista Gianni Vergelli. Lo stile appare in linea con quello presentato nel debut album: un hard rock blues psichedelico dal groove coinvolgente ed energico e dalle pesanti incursioni dell'organo Hammond. Subito vengono alla mente gruppi quali gli Atomic Rooster (dei quali compare la cover di "Can't Find the Reason"), Brian Auger e Deep Purple. E' inoltre presente un'interessante cover di Manfred Mann, "Travelling Lady", che chiarisce ulteriormente le coordinate della band e che vede la performance di Stefano Negri, come ospite, al sax e al flauto. L'album è dotato di un intenso magnetismo e la reazione più spontanea dell'ascoltatore è quella di alzare al massimo il volume dello stereo per godere ancora più a fondo delle onde d'urto ad alta energia che scaturiscono dallo scorrere delle 11 tracce. Lo Hammond non è l'unico grande protagonista, anche se domina costantemente il paesaggio musicale: il tastierista possiede infatti una vasta guarnigione di tastiere pesanti. Mi piace infine sottolineare la geniale capacità compositiva di questo gruppo che si è calato anima e corpo in un contesto musicale ben preciso in cui riesce a muoversi con naturalezza, come se avesse fatto parte realmente dello scenario di qualche decennio fa cui si riferiscono.
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Jessica Attene
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Four |
2018 |
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