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DEVIL DOLL The girl who was... Death Hurdy Gurdy 1993 ITA

I DEVIL DOLL mi avevano colpito molto con "Eliogabalus" (1990), disco che mi aveva permesso di conoscere ed apprezzare l'originalità del loro sound e che reputo tuttora uno dei migliori usciti in Italia durante i primi anni 90. Il successivo "Sacrilegium" ha confermato la linea tracciata dal predecessore, magari potenziando qualche parte corale ed apportando alcune novità, ma comunque mantenendone lo spirito e la struttura. Con questo "The Girl who was... Death" si torna indietro... non sotto l'aspetto qualitativo, ma proprio perché si è andati a ripescare l'esordio del gruppo datato 1988, ristampando un disco di cui molti mettevano in dubbio addirittura l'esistenza! Comunque, che sia vecchio o nuovo ha poca importanza, visto che non ho mai conosciuto nessuno che lo avesse ascoltato sinora... l'inclusione tra le nuove uscite è perciò quasi automatica. Musicalmente "The girl..." si avvicina forse più a "Sacrilegium" che a "Eliogabalus", finendo anche spesso col somigliargli; per i DEVIL DOLL non è comunque possibile trovare alcun paragone se non in loro stessi: potranno piacere o non piacere, ma nessuno può negar loro l'originalità di un sound risultato della fusione tra l'inquietante voce di Mr. Doctor, la strumentazione classica, le atmosfere che sembrano create apposta per incutere terrore nell'ascoltatore ed i testi che esplorano i meandri più oscuri dell'animo umano.
Il mio maggior rammarico va quindi all'esiguità della tiratura, limitata a sole 500 copie, cosa che probabilmente farà sì che quando leggerete questa recensione il prezzo di questo disco avrà già raggiunto livelli di guardia. Agli amanti del gruppo consiglio perciò di tentare di procurarselo adesso, visto che la qualità è la stessa dei predecessori e che tra un po' non sarà nemmeno più in circolazione. A coloro che, leggendo questa recensione, fosse venuta la voglia di ascoltare i DEVIL DOLL, suggerisco di procurarsi "Eliogabalus" o "Sacrilegium", otterranno lo stesso risultato spendendo di meno. Alla Hurdy Gurdy, infine, raccomando una pronta conversione su CD di questo progetto, dal momento che il vinile oramai a molti non interessa più e che (lo dico con il massimo del candore) sinceramente mi sembra un po' stupido limitare in partenza i potenziali acquirenti in un momento in cui il prog pare stia acquistando consensi.
Concludo con un'osservazione: fino a poco tempo fa ero convinto che il gruppo fosse italiano, adesso mi sono reso conto che è più corretto parlare di un gruppo italo-yugoslavo, anzi, più yugoslavo (scusate... EX-yugosIavo) che italo.

 

Riccardo Maranghi

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