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DEVIL DOLL Sacrilegium Hurdy Gurdy 1992 ITA

L'annuncio dell'uscita del lavoro chiamato a succedere uno dei dischi più geniali ed innovativi degli ultimi anni, quale è stato "Eliogabalus", fa affiorare qualche perplessità: come si può dare prosecuzione ad un discorso che ha già avuto modo di proporsi in un lavoro vicinissimo alla perfezione, mantenersi sui livelli di questo e nello stesso tempo non plagiarlo? La risposta è condensata in "Sacrilegium": un'unica , interminabile suite che raccoglie deliranti follie ossessive dipingendo irriverenti immagini della nostra piccolezza, bersagliando con un flusso irrazionale di note l'indifeso ascoltatore, lasciato nudo, avvolto in un manto di scioccanti sensazioni riversate su di lui utilizzando una forma espressiva che non può essere definita musica. Se per identificare un insieme è infatti necessario un criterio oggettivo che ne accomuni gli elementi, ciò che è contenuto in "Sacrilegium" non è musica; il vortice di emozioni che dà origine al lavoro risulta troppo lontano da qualunque altro esempio di ciò che viene comunemente indicato con questo termine per potervi essere accomunato.
Anziché collegare il titolo alla profanazione di tutto ciò che è consacrato al Dio o ai santi modelli, come recita il coro solenne che apre il disco, pare più opportuno riferire il "Sacrilegium" alla profanazione che viene qui fatta delle regole (o meglio… della prassi) della musica: il disco è al di fuori di ogni canone precedentemente tracciato, estraneo ad ogni schema di raffronto, a tal punto irriverente da giungere ad un universo completo e labirintico di suoni che solamente in una dimensione diversa dalla normale, tangibile, realtà trovano ragione di esistere. Un susseguirsi di situazioni filtrate nel caleidoscopio che è l'arte dei Devil Doll le ripropone dilatate e spettrali, corrosive ed angustianti:cori religiosi si alternano a chitarre assassine, suoni di carillon si sostituiscono ad impressionanti escursioni vocali, archi impazziti e pianoforti liquidi convivono con strepitosi lavori di basso e batteria… le emozioni a cui l'ascoltatore è sottoposto possono essere paragonate alle parate dove circhi equestri nomadi mostravano loro realtà con cui mai erano venuti a contatto prima, figure sconosciute ed inquietanti, ma nello stesso tempo attraenti: dai ruggenti leoni ai buffi clowns, dagli opprimenti elefanti alle timorose scimmie, in una sfilata di caratteri il fine differiva fra lo stupire, l'impressionare, il divertire e… chissà cos'altro.

 

Luca Rodella

Collegamenti ad altre recensioni

DEVIL DOLL The girl who was... Death 1993 
DEVIL DOLL Dies irae 1996 

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