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DUNWICH |
Sul monte è il tuono |
Black Widow |
1994 |
ITA |
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E' esattamente il 1985 quando Claudio Nigris fonda il progetto musicale DUNWICH, denominazione ricavata da una serie di affascinanti racconti del Maestro dell'Orrore Soprannaturale, H.P. Lovecraft. Diversi anni dedicati allo sviluppo compositivo si risolvono in un prezioso patrimonio creativo contrassegnato da una speciale predilezione per temi gotici, dottrine esoteriche e sperimentazioni sonore subliminali. Lo slancio interiore proiettato verso nuove alchimie e figurazioni si realizza attorno al '93, grazie all'incontro con la sensazionale vocalist Katya Sanna, già apprezzata in ambito capitolino per la sua attività solista e per diverse collaborazioni. La seconda fase della sperimentazione operata dai DUNWICH poggia su un vivido interesse storico: infatti le musiche e le liriche prendono direttamente ispirazione da fiabe, storie, miti e leggende di tutto il mondo unite ad uno studio più approfondito applicato agli intarsi melodici. Visionando la totalità degli elementi che costituiscono l'opera di debutto dei DUNWICH, dal recupero della tradizione celtica all'evocatività di sensibili e multiformi pagine sinfonico-medievali, abbracciate dalla band con magnifica intensità, si percepisce il senso di una vocazione quasi mistica, di suggestioni che si riflettono mirabilmente nella magia di un suono arcaico e incantevole, talora frutto di inquietudine e profondità come una vorticosa caduta negli abissi marini, talora giocato su registri puramente liquidi e cristallini. Un flusso di armonie sublimi investe "Sul monte è il tuono", propagando raggi carichi di tensione lirica, onde introspettivo-crepuscolari che guardano con turbamento alle radici dell'esistenza, anfratti sciamanico-religiosi che serbano attimi di estasi e cupo turbamento. L'ebbrezza infinita di una musica celestiale, pregna di vibranti riflessi che si materializzano tra paradisiache visioni oniriche e avvolgenti penombre romantico-decadenti, fiamme brillantissime di uno spirito creativo che trema di un fremito urgente mascherandosi sotto le vestigia di un sogno ancestrale. Quante emozioni, quanti tormenti, quante tentazioni: lasciamoci ingannare da questa ninfa incantatrice, facciamoci guidare dai suoi sguardi eterei, accarezzare dai suoi lievi sospiri, inebriare dal suo fascino pieno di mantrica sensualità.
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Alberto Santamaria
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