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DUNWICH Heilagmanoth Self 2007 ITA

Una splendida copertina ed un esaustivo booklet sono il biglietto da visita del nuovo album a nome Dunwich uscito a distanza di quasi 10 anni dal precedente “L’eterna eclissi di ghiaccio” che chiudeva la trilogia inaugurata con “Sul monte è il tuono” (1994) e proseguita con “Il chiarore sorge due volte” (1995).
A capo della band sempre il tastierista Claudio Nigris che si avvale per questo come-back di Roberto Fasciani al basso e della fatata voce di Francesca Maccarelli (membri ufficiali della band) oltre che di numerosi ospiti a partire dal batterista Luca Iovieno.
Album misterioso a partire dal titolo: "Heilagmanoth", il mese degli Dei, il mese di Dicembre. Un cammino che inizia con “Aranmanoth" (Agosto) il mese del raccolto e che attraverso le 12 tracce ricorda lo scorrere dei mesi.
Non dobbiamo intendere però la complessità del tema (l’alchimia, i viaggi iniziatici) come musica destinata a pochi “eletti”… tutt’altro…
Su un substrato a tratti “gotico” e tenebroso, parecchi sono i momenti di grande pathos grazie anche alla grande performance di Francesca, dotata di splendida e cristallina voce che impreziosisce le già pregevoli trame strumentali. Se è vero che spesso le soluzioni scelte sono di stampo decisamente metal, non possiamo dimenticare le delicate melodie che ricordano paesaggi agresti oppure momenti molto sinfonici.
Proprio nei momenti più morbidi, a mio avviso, la musica dei Dunwich e la voce di Francesca danno il meglio sostenuti anche da un quartetto di fiati e di archi. L’omogeneità che si riscontra nell’album non fa altro che amplificare ulteriormente la qualità del progetto con, forse, speciale menzione per “Il falso principio” (con la presenza, come in altri brani peraltro, di un coro che ci riporta ad un passato che profuma di eresia) e per “Terra di ambra neve e fuoco nero” che nelle sue movenze “arabeggianti” ci ricorda storie andate…
Un album riuscito senz’altro, che meritava canali distributivi tradizionali piuttosto che gestione autarchica del prodotto, con il vantaggio (da non sottovalutare) di una libertà espressiva maggiore e priva di condizionamenti.
Affascinante.

 

Valentino Butti

Collegamenti ad altre recensioni

DUNWICH Sul monte è il tuono 1994 
DUNWICH Il chiarore sorge due volte 1995 

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