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KERRS PINK |
A journey on the inside |
Musea/Colours |
1993 |
NOR |
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Ben 12 anni dopo "Mellom oss" questa band norvegese pubblica il suo terzo album, grazie al rapporto ormai consolidato con Musea, che ha ristampato i due album precedenti ed ospitato un brano del gruppo per "7 days of a life", nonché, ed è la cosa è più importante, incoraggiato fattivamente il gruppo nella sua stessa esistenza. "A journey on the inside" è un concept album che nei suoi 70 e passa minuti narra la storia di Roy, un ragazzo alla ricerca di preciso ruolo all'interno del mondo; la storia è raccontata esaurientemente nel solito curatissimo libretto accluso, dunque non vi tedierò con un racconto forzatamente incompleto e riduttivo, salvo per dire che probabilmente Roy è la personificazione del rock progressivo. Come tutti i concept album che si rispettino (diversi, come sappiamo, da una semplice raccolta di brani con un unico tema conduttore), le canzoni presentano un grande varietà, con alti e bassi ritmici, molti spezzettamenti e pause di narrazione. Troviamo ancora una volta tutte le caratteristiche dei vecchi KERRS PINK, ovvero un alternanza di brani melodici in stile CAMEL/S. Hackett, con altri di musica strana per un disco Prog, che possiamo definire di folk nordico, nonché dei passaggi plananti, quasi da new age. Il tutto però, come detto, si inserisce senza forzature nel quadro generale del concept; su tutte le tracce spiccano senza dubbio i 10 minuti di "Rubicon", il pezzo centrale del concept ed anche quello più riuscito. Una parola sulle liriche: per la prima volta la band decide di esprimersi in inglese, ma la metà delle canzoni sono strumentali ed anche i pezzi cantati non sono di certo verbosi. Il gruppo preferisce far parlare di più la musica per raccontare le proprie storie e ciò ci riporta ancora ai CAMEL degli ultimi album. Senza dubbio questo è il lavoro più ambizioso dei KP sia per la sua stessa mole, sia per il fatto che il gruppo rientrava dopo anni di assenza, e possiamo dire che l'esame è stato superato a pieni voti. A conti fatti non si può che rimanere soddisfatti che la band norvegese non sia scomparsa dalla faccia del Prog. Pare che essa stia addirittura già registrando un nuovo album, il cui titolo sarà "The art of complex simplicity", e che è annunciato più semplice del lavoro di cui vi abbiamo appena parlato.
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Alberto Nucci
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