Prima di addentrarmi nella recensione dei WOS, volevo fare alcune riflessioni. Il panorama prog attuale è costituito essenzialmente da bands che suonano in prevalenza new-prog. In particolare il centro-nord Europa è predisposto a questo genere più di ogni altra area, soprattutto Inghilterra ed Olanda. I pochi gruppi che si rifanno ad un prog di stampo più classico e datato (nel senso dello stile musicale, ovviamente) sono concentrati nell'area mediterranea. Fatta questa breve premessa di stampo socio-prog-culturale, indovinate che tipo di prog suonano gli olandesi Wings Of Steel? Tornando seri, questo "Homesick", pur essendo l'ennesima uscita di questo sotto-genere musicale, è un gradino superiore alla media, quando per media si intende quella gran massa di CD piuttosto stereotipati usciti ultimamente. I WOS sono un trio e, guarda caso, l'influenza musicale che li caratterizza maggiormente è quella dei Rush (ovviamente quelli dei bei tempi); tutto sommato non trovo altre similitudini avvertibili con altri gruppi. Dei dieci brani, il top è rappresentato da "Narrow minded", un pezzo melodico che si evolve in uno splendido assolo di chitarra ed un buon tappeto di tastiere. Notevoli anche "The unborn child", "Trees of stone" e "Running on the edge", tutti pezzi piuttosto orecchiabili ma suonati con gusto e bravura.
In definitiva, "Homesick" è un buon CD e, se il buongiorno si vede dal mattino, i WOS possono conquistarsi un posto al sole nell'affollato mondo del Progressive moderno.