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SERGIO BENCHIMOL A drop in the ocean, an ocean in a drop Sonopress 2004 BRA

Non si può negare che, quando si ascolta un album odierno di rock sinfonico, capita fin troppo spesso di rimpiangere il formato dei vecchi LP attraverso cui era possibile condensare, in una quarantina di minuti, il meglio che un artista era in grado di offrire. Oggi - diciamoci la verità - i numerosi cd del genere che superano abbondantemente l'ora di durata finiscono con l'essere seguiti con la dovuta attenzione solo fino ad un certo punto e raramente si riesce ad andare fino in fondo senza che affiori un po' di noia. Ma c'è sempre l'eccezione che conferma la regola. E questo lavoro del musicista brasiliano Sergio Benchimol ne è un esempio eclatante. Quasi un'ora e venti di sublime prog dalle radici romantico-sinfoniche eseguito con classe e passione in diciannove composizioni di grande livello qualitativo! Benchimol, che canta e suona piano, viola, chitarra, basso, tastiere, sitar e violino, coadiuvato da un buon numero di musicisti davvero in gamba, va infatti ad esibirsi in un progressive di incredibile eleganza. Mantiene sempre una certa distanza dalle pomposità e dalle sonorità molto maestose che i numerosi gruppi di rock sinfonico in circolazione tendono ad evidenziare e punta, piuttosto, a sviluppare una serie di brani di incredibile raffinatezza. Principalmente strumentale, "A drop in the ocean, an ocean in a drop" riesce a distinguersi dai prodotti simili per le meravigliose combinazioni semiacustiche, per il gusto di arrangiamenti sufficientemente articolati, ma deliziosi per l'orecchio, per il romanticismo sereno, per la varietà di influenze che includono il rock progressivo degli anni '70, ma anche la musica classica e barocca, il folk, il jazz, la musica sudamericana, accenni d'oriente (quando emerge il sitar)… Così, è possibile ascoltare le delicate note della chitarra e del piano fondersi con altri strumenti classici quali flauto, oboe e archi. Ma anche un sound a cui siamo più abituati, guidato da Mellotron e Moog, senza dimenticare alcuni funambolici intrecci tra i vari strumenti, nei quali spicca un magnifico uso, a cavallo di stili diversi, del flauto e del sax. Vorrei scrivere tante altre cose su questo album davvero splendido, ma in casi del genere mi sembra che ogni parola in più sia superflua, vista la bellezza del cd che vi invito caldamente a cercare. Affascinante e speciale è dir poco!

 

Peppe Di Spirito

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