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Esordio discografico per gli elvetici Clepsydra, finora sconosciuti alle folle italiane di prog-maniaci. Devo subito dire che, quando il negoziante di fiducia mi ha proposto l'acquisto di questo "Hologram", ero piuttosto perplesso, in quanto la copertina (che considero il biglietto da visita di ogni lavoro progressivo), pur essendo molto originale, avendo impresso un ologramma, non mi ispirava granché. Fopo pochi minuti di ascolto mi sono dovuto ricredere ed eccomi qua a parlarvi dei Clepsydra.
Come opera prima, la trovo incredibilmente accattivante, le potenzialità future che lascia intravedere per il prosieguo di attività di questi 5 musicisti sono sicuramente notevoli. Dovendo paragonare il Clepsydra-sound con qualche nome conosciuto, non posso fare a meno di citare i Marillion ed i più recenti Pink Floyd, anche se il tutto rimane sufficientemente personale, facendo sì che i Clepsydra non si sentano dei semplici imitatori. Il brano trainante di "Hologram" è "New day", diviso in tre parti e superbamente cantato dalla voce potente di Alu Maggini. Tutto il CD ha un'impronta melodica, con la grande chitarra di Lele Hofmann in evidenza, ben supportata dalle tastiere magiche di Phil Hubert (da brividi il brano "4107"), il tutto ottimamente raccordato dal basso di Andy Tholmen e dalla batteria di Pietro Duca, entrambi dotati di precisione… svizzera! Oltre ai brani sopra citati segnalo la splendida "Sandflow", una ballata strumentale dalla bellezza struggente che ha il solo difetto di durare troppo poco. Tutto il resto si mantiene su più che buoni livelli, con il brano che dà il titolo al CD e la simpatica "Steve and Jane" in particolare.
Resta da aggiungere che la qualità di incisione è notevole, così come la padronanza degli strumenti, nonché vocale, del quintetto ticinese del quale, potete giurarci, sentiremo ancora parlare.
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