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ARRAKEEN |
Patchwork |
autoprod. |
1990 |
FRA |
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Dopo il dovuto periodo di gavetta, arriva anche per i marsigliesi Arrakeen il momento dell'esordio ufficiale, rappresentato da questo mini CD, autoprodotto ma distribuito abbastanza bene tramite i soliti canali progressive e facilmente rintracciabile anche nei negozi specializzati italiani. Per chi non conoscesse il nome Arrakeen, dirò che in passato hanno pubblicato solo un demo-tape ("Folle Marie" 1989), ben realizzato tra l'altro, che li ha messi in luce quali maggiori seguaci della scuola new-prog in terra francese; la presenza di una cantante donna, la brava Maiko, fa sì che i toni siano alquanto ingentiliti, pur mettendo in evidenza un ottimo gioco di tastiere e chitarra.
Il CD in oggetto contiene 4 brani, di cui i primi 3 di recente fattura: si inizia con la potente "Le monde du quoi", molto veloce e di facile effetto se proposta in versione live, che mette subito in evidenza la voce della cantante che, forse, può dare fastidio al primo ascolto per il suo tono alto e squillante e necessita di un orecchio non troppo... intransigente. La successiva "Differences", molto più lunga e meditativa è, a mio giudizio, un piccolo capolavoro, sia per il testo, sia per i contenuti musicali che mettono in luce la validità dei musicisti, a partire dal chitarrista Sylvain Gouvernaire il cui modello, non lo si può negare, è Steven Rothery. Dopo l'episodio dal titolo "L'Entaluve", che sembra tratto direttamente da "Seasons end", è la volta del piatto forte del disco: la quarta traccia infatti è costituita dalla canzone "Folle Marie", versione live, con un lungo assolo finale eseguito in coppia dall'ottimo Sylvain assieme al maestro Rothery, nell'ambito di un tour francese dei Marillion organizzato dagli stessi Arrakeen e di cui essi stessi costituivano il gruppo spalla. Che dire di quest'ultimo pezzo? Ad un testo tutt'altro che banale, corrisponde una prima parte non molto convincente anche se ottima per preparare l'avvincente finale, nell'ascoltare il quale molti amanti del genere non potranno fare a meno di provare qualche brivido.
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Alberto Nucci
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