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FRACTAL |
Continuum |
autoprod. |
2003 |
USA |
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Tra le band simbolo del progressive rock, un ruolo di fondamentale importanza è, innegabilmente, quello svolto dai King Crimson. E' normale che quando un gruppo di siffatta caratura rappresenta un punto di riferimento imprescindibile subirà molteplici tentativi di imitazione. E nel caso dei Fractal di imitazione (se non proprio di clonazione) e non di influenza è lecito parlare. Questa band proveniente dalla Bay Area di San Francisco è giunta al debut album nel 2003 con "Continuum", lavoro interamente strumentale che si rifà in pieno ai King Crimson del periodo '73-'74, o a quelli del ritorno sulle scene negli anni '90 con "Thrak". In formato trio, composto da Jim Vallonee al basso e ai sintetizzatori, Nic Roozeboom alla chitarra e ai loops e Paul Strong alla batteria e alle percussioni, i Fractal puntano con decisione verso sonorità e strutture ben note a chi ha seguito la storia della mitica creatura di Mr. Fripp. Avete, quindi, già capito cosa ci si può aspettare dall'ascolto di questo cd: composizioni dalla struttura particolare, crescendo di intensità, una certa aggressività di fondo, ritmi in costante variazione, timbri tecnologici, parti strumentali intricate con capacità tecniche ben in mostra, ma qualche intermezzo melodico raffinato non manca, come la seconda traccia "Coda - Reflection". A volte certe somiglianze sono quasi sfacciate (già a partire dalla denominazione di alcuni brani), al punto che in "Turgidus maximus" sembra di imbattersi nell'ennesima versione di "Larks' tongues in aspic". In poco più di un'ora, insomma, si possono ascoltare note che faranno la felicità di chi ama certe caratteristiche precise del prog crimsoniano, o che scateneranno l'ira funesta di chi non ce la fa più ad ascoltare cose già sentite. I Fractal seguono la corte del Re Cremisi, verso il quale nutrono una devozione totale ed assoluta e non hanno intenzione di nascondere minimamente questo loro credo.
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Peppe Di Spirito
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