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CHARDEAU Hors portée - Highlight / Instrumental Selection L Records / Musea 2005 FRA

Si tratta di un album doppio... no, anzi... di due album complementari... no, forse è una selezione antologica di... no, ci sono: si tratta di due album, l'uno accessorio all'altro e con molte canzoni in comune, anche se "Highlight" include le versioni cantate e "Instrumental Selection" quelle strumentali. Per questo suo esordio discografico solista, il cantante e tastierista francese ha reclutato un novero di collaboratori niente male, partendo dal riverito nome di Jerry Goodman, continuando con Bernard Paganotti (Magma, Paga Group) e via via scorrendo i vari Basil Leroux (Michel Jonasz, Jean-Jacques Goldman), Bertrand Lajudie (Paga Group), Claude Salmieri (Paga Group, STS, Weidorje) etc. Tuttavia questo importante parco ospiti sembra quasi fine a se stesso, nel senso che le canzoni (39 nel totale dei due album) solo raramente lasciano apprezzare le forti personalità degli artisti. Queste trovano sicuramente maggior sfogo nello strumentale, dato che "Highlight" sembra talvolta un album cantautoriale francese che pare essere stato concepito per soddisfare precipuamente i gusti del pubblico transalpino. Il cantato di Chardeau è in effetti quasi sempre recitato e sussurrato, anche se mai troppo invadente, e le canzoni sono senza dubbio costruite attorno ad esso. Lo stile musicale è abbastanza eclettico e abbraccia Fusion, pop, e World Music, lasciando ai margini il Prog nel senso classico del termine. Il magma che ne viene fuori è leggero e fruibile e non è fatto per stressare l'ascoltatore, anche se non mancano tocchi raffinati e brevi spunti al di sopra della media, in cui i musicisti lasciano libera di esprimersi la loro classe.
I brani inclusi nell'album strumentale sono ambientazioni molto soft e sfumate, spesso quasi impalpabili, senza vere prove di coraggio strumentale: la tecnica e la raffinatezza sono là, ma le canzoni paiono piuttosto spensierate, senza grossi slanci emotivi che possano andare oltre un appena piacevole sottofondo di classe. Non solo a chi non è troppo avvezzo alla chanson francese ma anche all'ascoltatore medio possiamo raccomandare, dovendo scegliere tra i due album, proprio "Instrumental Selection", certamente meno orientato verso il pop del suo omologo cantato e dall'ascolto più agevole.

 

Alberto Nucci

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