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NODO GORDIANO |
Alea |
Mellow Records |
2005 |
ITA |
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Dopo aver superato qualche leggero momento di instabilità, i Nodo Gordiano giungono alla pubblicazione del secondo cd, "Alea", sotto contratto della Mellow Records e con un'impronta sonora sensibilmente differente rispetto a quanto fatto in passato. Persi per strada il tastierista e sassofonista Alessandro Papotto, il chitarrista Roberto Proietto ed il batterista Tony Zito, i Nodo Gordiano si sono assestati con una nuova formazione triangolare composta oltre che dal fondatore della band, il bassista Andrea De Luca, dal batterista Carlo Fattorini e da Gianluca Cottarelli ai sintetizzatori. Negli appunti del suggestivo booklet i Nodo Gordiano premono a sottolineare che le sei composizioni di "Alea" sono "Three Voices Improvisations in Romanesque Style", un modo un po' altisonante per comunicarci che buona parte di questo materiale, interamente strumentale, è frutto di improvvisazioni in studio... E qui iniziano i dolori: specialmente nei primi brani, l'impressione non è tanto quello di un disco improvvisato ma quella di una musica suonata in maniera quasi approssimativa, in questo senso la scelta di inserire come apertura del disco brani dal titolo assai allusivo come "Interpolations With Casual Drums" risulta decisamente infelice. Le impressioni negative comunque vengono in parte dimenticate con il trascorrere dei minuti, il suono cupo e claustrofobico di "Alea" non è più di tanto ispirato ai King Crimson come poteva essere in passato (salvo per il potente basso distorto di De Luca), ma si ricollega ad alcune delle esperienze più "dark" del rock italiano anni settanta e non solo... le morbose ed abissali allucinazioni del Balletto di Bronzo, le parti più maniacali dei Goblin, le sulfuree e criptiche cerimonie del Paul Chain più psichedelico e "cosmico", questi possono essere buoni e temibili punti di riferimento per farsi un'idea delle composizioni dell'ultimo Nodo Gordiano. Se il gruppo avesse messo da parte la rischiosa ambizione dell'improvvisazione a favore di un'elaborazione dei brani più dettagliata ed approfondita, sicuramente "Alea" avrebbe guadagnato in spessore e potenza, meno dispersivo nella sostanza finale; per il sottoscritto questo secondo CD dei Nodo Gordiano rimane comunque un'esperienza singolare da provare, con le dovute cautele... magari, per rendere al meglio, da ascoltare con un buon paio di cuffie e con il volume al massimo.
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Giovanni Carta
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