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CORTE AULICA |
Il temporale e l’arcobaleno |
Mellow Records |
2007 |
ITA |
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Dopo due apprezzati dischi con i Notabene, il batterista Gustavo Pasini forma i Corte Aulica insieme al tastierista Nicola Gasperi, al chitarrista Luca Saccenti e al bassista Emanuele Jaforte. Anche in questo nuovo gruppo emerge una sana passione verso il progressive degli anni ’70, ma, rispetto ai Notabene, l’influenza maggiore non viene dalla nostra penisola, bensì dalla scena romantica britannica. Per loro stessa ammissione un punto di riferimento ben preciso è quello della scuola canterburiana e dei suoi esponenti più “moderati”, come Camel e Caravan. E in effetti assonanze con “The snow goose” e “For girls who grow plump in the night” sono avvertibili, anche se i Corte Aulica si mantengono ben lontani da plagi e scopiazzature banali, mettendoci tanta farina del loro sacco. Non vogliono stupire, ma vogliono ammaliare con semplicità e naturalezza; in un certo senso, mi ricordano un po’ il percorso degli statunitensi Nighhtales che circa un decennio fa affascinavano più di un progster con la loro ricerca fatta di un romanticismo melodico, di suadenti melodie, di un rock sinfonico non esasperato e particolarmente fluido ed elegante. In quarantadue minuti, con sette brani interamente strumentali e due bonus tracks cantate, i Corte Aulica non sconvolgono il mondo del prog, non lanciano “sfide” a niente e a nessuno, ma semplicemente suonano una musica piacevolissima. Si parla tanto e spesso di morte del prog, specie in Italia… Eppure escono e possiamo ascoltare dischi come “Il temporale e l’arcobaleno”. E anche se non resteranno nella storia, anche se non dicono nulla di nuovo, ci fanno ben rendere conto che non ci sono “De profundis” da recitare, non c’è tristezza da funerale, ma ci si può solo beare dell’ennesima delizia musicale.
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Peppe di Spirito
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