La musica progressiva basca, che, come abbiamo visto un paio di numeri fa, in passato ha sfornato delle ottime produzioni, al giorno d'oggi ha nei soli RIVENDEL un'espressione tangibile della propria creatività. Se un paio d'anni fa mi aveste chiesto se il ruolo di portabandiera fosse ben ricoperto dal gruppo di San Sebastian, avrei risposto di no: l'unico album finora messo in circolazione ("Manifesto" - 1991) presentava più difetti che pregi. Un brano presentato in una compilation un paio di anni fa aveva tuttavia lasciato presagire che il gruppo avesse corretto leggermente il tiro, eliminando molte brutture (un cantato insufficiente, un'irritante batteria elettronica, una struttura dei brani non esente da pecche...). "The meaning" è un lavoro che si presenta diviso in tre parti, corrispondenti ad altrettante suite, cantate addirittura in tre lingue differenti, con stili musicali appropriati all'idioma d'espressione. Si comincia con "La telaraña", cantata in spagnolo, che vede la presenza di Ana Loreto Martin alla voce, la quale contribuisce a rendere il tutto molto conforme alle tradizioni musicali iberiche, con un Prog molto delicato e melodico; molto bella, comunque. La successiva title-suite è in inglese e presenta una musica con forti riferimenti al new-Prog albionico (primi Marillion) e ai Pink Floyd. Il cantato non è il non plus ultra, ma la struttura musicale su cui poggia è di buon livello, ben strutturata e senza troppe forzature emulative, a parte il finale che comunque accende i nostri cuori di Prog fans col suo lungo assolo di chitarra. Conclude questo CD "L'art brut", in cui il gruppo si esprime nella lingua di Molière e degli Ange. E' questa la più breve fra le tre suite (appena una decina di minuti), con uno stile un po' crimsoniano, un po' mutuato (come da copione) dagli stessi Ange. La prestazione vocale è qui piuttosto insufficiente, ed anche la musica è un gradino al di sotto delle prove precedenti.