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Non c'è molto di progressivo in questo disco... o forse sì? Si tratta del primo gruppo extra-Galahad prodotto da questa etichetta e, come prima, non c'è male. L'artwork del CD, il nome stesso del gruppo, potrebbe far pensare a un qualcosa fortemente influenzato dai Gong... invece ciò a cui andiamo incontro è un rock abbastanza diretto che ci ricorda a tratti i primissimi Pink Floyd, pur senza molti dei connotati psichedelici, sostituiti da forti matrici rhythm'n'blues. Chi si trovasse ad ascoltare il primo brano penserà di sbugiardarmi, riscontrandovi una musica molto "Division bell"... ma è sufficiente attendere qualche traccia e mi darete ragione. Come detto, le 10 canzoni di "A fish in the sky" presentano un rock abbastanza diretto, ma non per questo da disprezzare: al contrario, mi sono ritrovato ad ascoltare più volte alcuni brani, sia in macchina che altrove, come a prendere una breve vacanza dall'abituale Prog sinfonico, senza però scendere ad eccessivi compromessi. Non ci sono molti cambi di tempo, i brani sono abbastanza corti, il ruolo delle tastiere piuttosto limitato... eppure, nonostante ciò, mi sento di non sconsigliare questo CD neanche agli abituali lettori di Arlequins. Il tono generale si mantiene su livelli più che accettabili e non ci sono cadute di stile... fino all'ultima traccia, un po' troppo blues per i miei gusti. Gli abitanti di Yip vi aspettano...
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