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PAOLO SIANI FEAT. NUOVA IDEA Castles, wings, stories & dreams Black Widow 2010 ITA

Negli ultimi anni è crescente il numero dei protagonisti del progressive italiano degli anni ’70 che è tornato sulle scene dopo tantissimo tempo. Uno dei gruppi che mancava all’appello era quello dei Nuova Idea, tra i primi alfieri del prog tricolore, autori del disco d’esordio “In the beginning” già nel 1971, quando PFM e Banco ancora dovevano vedere pubblicati i loro primi lavori. Il batterista dei Nuova Idea, Paolo Siani, anche abile compositore, non è riuscito a riformare la band, ma si è comunque circondato di una ventina di musicisti che lo hanno aiutato a registrare recentemente il cd “Castles, wings, stories & dreams”, che merita tutte le attenzioni. Dei vecchi compagni di avventura, soltanto Ricky Belloni, Giorgio Usai e Marco Zoccheddu hanno risposto all’appello, dando una mano in diversi brani, ma tra i numerosi collaboratori presenti spiccano anche nomi importanti come quelli di Mauro Pagani e di Joe Vescovi. La traccia di apertura “Un dono” è una breve presentazione con effetti elettronici d’atmosfera e una voce che recita un testo di Ghandi ed è seguita da “Wizard intro”, strumentale che accenna un avvincente tema solenne che sarà ripreso in un secondo momento durante l’album. Uno dei pezzi più riusciti è sicuramente “Madre Africa”, una sorta di hard-prog che vede tra gli ospiti Mauro Pagani al flauto, Joe Vescovi all’organo, Marco Zoccheddu alla chitarra e persino una cantante soprano. Davvero uno splendido brano, in cui echi di PFM e Jethro Tull si uniscono alla grande ad un vigore zeppeliniano. L’inizio di “Questa penombra è lenta” somiglia tantissimo alla parte finale della celebre “Dancing with the moonlit knight” dei Genesis, ma poi si sviluppa attraverso un prog tipicamente mediterraneo dalle piacevoli melodie. Più curiosa “Chimera”, una sorta di ossessiva trance psichedelica dai ritmi veloci e allegri, in cui si alternano magnificamente dei solos di sax, basso e piano che orientano il tutto verso una stravagante fusion. Finemente elaborata la mini-suite di dieci minuti e mezzo “The game”, che vede la partecipazione di Belloni e Usai e che porta a nuovo il prog italiano degli anni ’70, con parti sinfoniche dirompenti, cambi di tempo agili, intrecci strumentali vibranti tra chitarra, organo e violino, spunti di intenso rock e aperture melodiche. Ancora prog sinfonico energico e di qualità in “Cluster bombs”, cantato in inglese, mentre “This open show” è un elegante gioiellino dal sapore classicheggiante, con protagonisti voci, flauto, due pianoforti e violoncello e va a precedere il finale affidato alla barocca “C’era una volta”, strumentale eseguito con tastiere, flauto e percussioni. Il nome Nuova Idea che campeggia in evidenza in copertina può essere un po’ ingannevole, ma anche se qualcuno acquisterà questo cd soltanto per una scelta nostalgica, si ritroverà tra le mani un album molto affascinante. Paolo Siani si ripresenta quindi con uno splendido lavoro, trova un riuscito equilibrio tra passato e presente e ci regala una serie di brani bellissimi.


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Peppe Di Spirito

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