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PHI For the love of ghosts autoprod. 2011 AUT

Andiamo alla scoperta di questo gruppo austriaco, denominato Phi e formato dai giovanissimi Markus Bratusa (22 anni, chitarra, voce, programmazione), Arthur Darnhofer (20, basso) e Nick Koch (23, batteria, programmazione), che con l’album “For the love of ghosts” mostrano talento, personalità e carisma. Amano definire la loro musica come “new art rock”, si divertono nei concerti a suonare intensamente e con volume elevato e sono cresciuti ascoltando Tool, King Crimson, Pink Floyd, Porcupine Tree, Anathema, ecc. E si sente! Dopo la realizzazione di un EP nel 2007 e la vittoria del premio Falco nel 2008, quando a stento avevano vent’anni, ecco i Phi al loro primo full-length che mostra già dai primi secondi un sound adrenalinico e vibrante. I sette brani presenti hanno spesso una durata elevata e ciò permette alla band di poter svariare e divertirsi non poco. Prendiamo l’incipit “The surgical cut, parts 2-4” (curiosamente la “part 1” è solo la penultima traccia) che si apre con un sound robusto e riff pesanti ma si mostra pronto a stacchi continui, tra cambi di tempo e di atmosfera, come avviene nel finale, dove le cose si fanno molto più tranquille e vengono fuori melodie al contempo brillanti e stravaganti. A volte prevale un indie-rock particolarmente aggressivo, a volte gli intrecci strumentali, i tempi dispari e i break ritmici fanno pensare ad un prog-metal assolutamente ben fatto e non manca, di tanto in tanto, qualche visione onirica di marca floydiana. Volendo ricordare qualche altra composizione particolarmente riuscita, menzionerei “Desire” che mostra anche una certa influenza da parte dei Dream Theater (periodo “Awake”), ben assimilata e proposta in stile personale, “Wintersong”, un po’ più pacata, grazie anche alle tastiere che conferiscono un tocco classicheggiante e pronte ad esibirsi in assoli incrociati con la chitarra, senza dimenticare le acrobazie strumentali, le accelerazioni mozzafiato e le atmosfere misteriose di “The illusion (death is dead)”. La presenza di ospiti alle tastiere e al violino, che intervengono sporadicamente, ma in maniera comunque decisiva, arricchisce poi la tavolozza timbrica presentata dai Phi. La loro musica sa essere davvero trascinante: il sound prorompente e granitico, abbinato alle capacità strumentali, a refrain efficaci e a costruzioni ingegnose cattura davvero l’attenzione e mostra un songwriting già molto maturo. Gruppo solido, che sa quello che vuole, tecnicamente preparato e gli appassionati che prediligono l’heavy rock intelligente si possono così ritrovare tra le mani un prodotto davvero ottimo, da ascoltare ad alto volume.


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Peppe Di Spirito

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