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OSADA VIDA |
Where the devils live (DVD) |
Metal Mind Productions |
2012 |
POL |
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Nuovo DVD messo in circolazione dalla sempre attiva Metal Mind, che già da un bel po’ di annetti si fa promotrice del progressive rock in Polonia. In questo ennesimo documento filmato al teatro Wyspianski i protagonisti sono gli Osada Vida, con una performance registrata nel novembre del 2011, a supporto dell’album “Uninvited dreams”, uscito due anni prima. Oltre allo show, non potevano mancare degli extra, rappresentati da un’intervista al bassista/cantante Lukasz Lisiak e al tastierista Rafal Paluszek, poi note biografiche, discografia, galleria fotografica, immagini per il desktop ed un video. Ma veniamo al concerto vero e proprio, che è la parte importante e che dura circa un’ora e dodici minuti. La band sul palco si mostra molto professionale e i musicisti sfoggiano una buonissima padronanza dei loro strumenti, ma quello che emerge rispecchia abbastanza fedelmente le impressioni dettate dalle prove in studio. La discreta tecnica solo a sprazzi si abbina a idee interessanti che catturano in pieno l’attenzione e sembra continuamente che ci sia indecisione se scegliere di esplorare maggiormente i sentieri del rock sinfonico o del prog-metal. Così, l’effetto che si percepisce è quello di un ibrido che finisce col risultare né carne né pesce: una sorta di hard rock tecnologico mai troppo spinto, con tempi dispari, variazioni, innesti più raffinati e tutti i cliché del caso, ma che troppo costruito a tavolino per poter convincere in pieno. E l’impressione è che la musica non abbia risvolti abbastanza romantico-classicheggianti per soddisfare gli integralisti di certo rock sinfonico e solo di rado presenti invece quella robustezza abbinata ai virtuosismi tanto amati dai sostenitori del prog-metal. Non è un caso che si possano notare delle somiglianze con i Porcupine Tree post “Stupid dream”, con i Tinyfish e con i Pain of Salvation. Similmente a questi artisti, infatti, gli Osada Vida sembrano voler individuare una via alternativa al classico prog-metal di scuola Dream Theater, ma per ottenere il meglio da una simile ricerca bisogna avere enormi qualità, a partire da un’inventiva fuori dal comune. E non basta qualche divagazione jazzistica, vaghi rimandi floydiani ed un omaggio dichiarato ai Rush per migliorare le cose, anzi, penso che ad un ascoltatore attento questi “trucchetti” appariranno immediatamente come fumo negli occhi. Non che manchino i momenti piacevoli soprattutto quando i musicisti prolungano le digressioni strumentali, ma sembrano quasi delle oasi nel deserto. Il sound resta principalmente imperniato su una chitarra elettrica dura ma non troppo, anche se le tastiere si fanno spesso sentire ritagliandosi spazi importanti con aperture più sinfoniche e i momenti più belli sono soprattutto quelli derivanti da gustosi ed evocativi guitar-solos (davvero bravo Bartek Bereska alla sei corde). Ancora debolucce, invece, le parti vocali. Gli Osada Vida si confermano praticamente gruppo preparato, ma la cui proposta tende ad essere un po’ algida; nulla da eccepire sulla performance esecutiva, ma le emozioni scarseggiano.
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Peppe Di Spirito
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