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TRAUMHAUS |
Die andere Seite |
Superskunk Music |
2008 (Progressive Promotion Records 2014) |
GER |
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In contemporanea con la riedizione dell'album d'esordio, la Progressive Promotion Records mette in circolazione il secondo album rimasterizzato dei Traumhaus, “Die andere Seite” (originariamente pubblicato nel 2008) corredandolo di due bonus tracks. Tra il primo ed il secondo album la formazione è stata completamente stravolta, sempre con alla guida il cantante e tastierista Alexander Weyland (autore di quasi tutti i brani del cd). La crescita o forse, meglio, l'evoluzione della band è piuttosto evidente. Se nel primo lavoro in studio a dominare era sostanzialmente un new prog frizzante con qualche strizzata d'occhio a sonorità più dure, “Die andere Seite” ci consegna un gruppo più maturo e sicuro dei propri mezzi espressivi anche se non mancano i momenti di stanca. Tra tutti i brani presenti spicca la suite che dà il titolo all'album che il gruppo suddivide in tre sezioni distinte lungo l'arco dell'album. Scelta tutto sommato condivisibile per non appesantirne troppo l'ascolto, ma che, per contro, ci sottrae una mega suite di 28 minuti.. La prima sezione sposa bene il new prog inglese anni '80 con la maniera sinfonica dei seventies con un variegato uso delle tastiere e senza dimenticare qualche virata verso un rock più aggressivo che tanto appeal pare avere nelle proposte di nuovi gruppi di prog melodico/sinfonico. L'originalità non è certo il punto forte del brano, ma il pezzo si fa ascoltare con piacere. La seconda sezione (posta come quarta traccia dell'album) ha anch'essa nell'aspetto melodico il suo punto di forza, con le tastiere di Weyland sempre protagoniste e con una scelta di suoni molto azzeccata tra vecchio e nuovo. Puntuali anche i fraseggi della chitarra “liquida” di Tobias Hampl. La terza sezione (posta come settima traccia) è anche la più lunga con i suoi oltre 10 minuti ed è aperta da riff duri di chitarra e da ritmiche decisamente heavy. Seppur ripetendoci non possiamo che notare il gran gusto dei suoni delle tastiere di Weyland (che mi pare anche migliorato nella sua veste di cantante con qualche ricordo “gabrielliano”) anche se la terza parte della suite è quella in cui più spazio è lasciato alla sferzante chitarra di Hampl. Qualche passaggio però sa un po' di riempitivo. Se la suite colpisce subito l'ascoltatore anche le altre quattro tracce più le due bonus hanno qualcosa da offrire, anche se non sempre il livello si mantiene elevato. “Hinaus” beneficia di un ottimo lavoro della sezione ritmica (Hans Jörg Schmitz alla batteria e Jordan Gazall al basso) e di un apprezzabile “solo” di Weyland a metà brano ma, essendo priva di un facile ritornello, emerge in questa circostanza, almeno, lo scarso appeal della lingua tedesca nella parte cantata. “Kein zurück”, si discosta abbastanza dal trademark sin qui enunciato, con una introduzione piuttosto cupa che ben si coniuga stavolta con il cantato di Weyland. Anche i riff di chitarra sono più ipnotici e dilatati avvicinandosi a sonorità “space”. Solo nella seconda parte ritornano modalità più in linea con la tradizione del gruppo. “Zwiespalt” è in perfetta simbiosi con il metal, e fin qui nulla di male, ma appare comunque poco ispirata e persino piuttosto noiosa. Anche “Bleibe hier” ha un inizio piuttosto sostenuto ma, malgrado qualche ricamo qua e là, il brano fatica comunque a carburare palesando anche più di una fase di stanca. “Zur anderen Seite” (prima traccia bonus) riprende, per soli pianoforte e voce, le melodie della title track e risulta nel complesso gradevole. La seconda bonus track, “The secret” è la versione in lingua inglese di “Das Geheimnis Teil 2 “ presente nel recente terzo album della band (“Das Geheimnis”). Una bella suite di oltre 12 minuti con buone idee e buoni spunti, qualche rimando floydiano ma che manca di quel guizzo che possa elevarla a valori assoluti (a titolo di curiosità alla batteria siede per questo brano Jimmy Keegan degli Spock's beard). Un album che si ascolta con piacere, più maturo senz'altro dell'esordio e che mostra decisi progressi da parte del gruppo in fase compositiva (con qualche evidenziata eccezione), ma comunque ancora lontano dai “top album” del genere. Nonostante ciò crediamo che non mancheranno gli estimatori di questa nuova edizione di “Die andere Seite”.
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Peppe Di Spirito
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