Home
 
JACK JEFFERY Enlightened horizon autoprod. 2014 USA

Jack Jeffery è un musicista americano che sembra quasi posizionato sulla scia dell’Ayreon più futuristico e rilassato, con la volontà di rivisitare e mantenere vitale l’aspetto più popolare e fruibile del progressive rock attraverso solide basi di Pink Floyd ed un’estetica sonora elettronica dalle tonalità fantascientiche. Diversamente dalle iperproduzioni del chitarrista olandese improntante sulle collaborazioni anche più improbabili e da concept leggermente pachidermici, Jack Jeffery nella sua posizione di piccolo musicista indipendente si adatta a suonare da solo la sua musica, con una canonica batteria programmata non troppo invasiva, tanta buona volontà e fortunatamente poco e niente metal! Ascoltando questa sua terza prova in cd, “Enlightened Horizon”, stampata su uno smilzo ma gradevole digipack, al di là di tutte le evidenti e prevedibili derivazioni ho apprezzato le variazioni folk acustiche sparse nel cd che rimarcano in qualche modo le origini nord americane di Jeffery (originario della Virginia); nel suo insieme “Enlightened Horizon” gode di un buon equilibrio tra i brani strumentali e quelli cantati: nelle parti strumentali Jeffery si lancia spesso in piacevoli cavalcate space-elettroniche venate di synth-pop anni ottanta, qualche allusione agli Hawkwind ed atmosfere krauteutoniche che cercano di avvicinarsi ai Kraftwerk (come in “Trans-Celestial Express) oppure i Tangerine Dream post psichedelici; i brani cantati con la sua fragile voce sono generalmente piuttosto gradevoli ed almeno un paio, come la ballata folk psichedelica “Never Go Back To The Mountain”, sono accattivanti quanto basta per rimanere in testa e farsi ricordare… Jeffery non ci fa mancare neanche qualche curioso ed ironico passaggio hard rock “alternativo” che di per sé non è una gran cosa ma riesce a dare un piacevole senso di eterogeneità al disco. Rispetto ai due precedenti cd, “Enlightened Horizon” ha un impatto più “mainstream”, se può avere senso utilizzare questo termine per un musicista che gravita nel semi anonimato, le atmosfere psichedeliche sono difatti relativamente ammorbidite e smussate in brani più ortodossi, talvolta quasi romantici e sinfonici, in cui l’elettronica è resa come un elemento più arioso ed armonioso… E’ comunque innegabile che ci siano ancora diversi elementi sonori da perfezionare, specialmente nelle sonorità ed in certe timbriche non del tutto convincenti, ma il risultato complessivo di “Enlightened Horizon” si fa apprezzare per quello che è, con tutti i suoi difetti, ovvero un piccolo ed amabile disco di progressive rock fatto con il cuore.



Bookmark and Share

 

Giovanni Carta

Collegamenti ad altre recensioni

JACK JEFFERY Passage to Agadir 2010 
JACK JEFFERY The constant that remains 2012 

Italian
English