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ROBERT JÜRJENDAL |
Lihtminevik - Simple Past |
Strangiato Records |
2016 |
EST |
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L’Estonia rappresenta ancora oggi forse un mistero esotico per molti appassionati di musica, messa in ombra dai più noti cugini scandinavi, eppure periodicamente da quelle zone del Baltico escono opere molto interessanti in diversi ambiti, sia nella musica più rock che in quella più orientata all’elettronica o sperimentale; Jürjendal con questo suo ultimo lavoro solista si pone nel mezzo tra un progressive rock chitarristico strumentale, l’ambient music e le lezioni impartite dal Guitar Craft di Fripp. Buona parte della discografia di Jürjendal è composta da una bella serie di collaborazioni realizzate insieme ai migliori nomi della scena estone e non (come i compositori Petri Kuljuntausta e David Rothenberg), in particolare mi piace ricordare il progetto This Fragile Moment insieme a Toyah Wilcox, l’amico Arvo Urb, Chris Wong e Markus Reuter, oltre ai suoi più intimi dischi solisti oppure alle virtuose progressioni elettroacustiche con i Weekend Guitar Trio. “Simple Past” è stato registrato quasi in totale solitudine da Jürjendal con il prezioso supporto dell’eccellente drumming di Andrus Lillepea: è un lavoro concettualmente legato alla temporaneità dell’esistenza quindi di riflesso rispecchia uno stile meditativo e trascendentale con una venatura fortemente malinconica, con buone sfumature melodiche ed un ampio utilizzo di soundscapes elettronici: il repertorio suonato è discretamente eterogeneo e spazia dalla serenità riflessiva elettroacustica ad una più ombrosa e glaciale ambient music vicina ad Erik Wøllo, con dinamiche a spirale dal piglio tribale, ipnotico ed anche più classicamente minimale. L’accento posto sulla chitarra elettrica, una touch guitar U8 Deluxe in sintonia con una semiacustica Breedlove C15,favorisce un ampio spettro di sonorità specialmente nei passaggi più visionari in cui Jürjendal orchestra cupe improvvisazioni profondamente riverberate ed effettate tanto da ottenere tonalità quasi psichedeliche; ancora più che nei suoi dischi precedenti, “Simple Past” ha un maggior impatto percussivo grazie al lavoro di Lillepea che riesce a dare nel suo insieme una identità più orientata al (progressive) rock, in fondo non siamo molto distanti dalle esplorazioni chitarristiche dei Djam Karet più ambientali, ovviamente il suono della touch guitar rimane comunque distintivo e legato ad una particolare identità musicale… Seguendo una strada rigorosa e tutt’altro che facile Jürjendal ha dato quindi un suo contributo piuttosto convincente al genere,e tenendo conto della quantità di registrazioni da lui effettuate negli scorsi anni bisogna dire che c’è ancora molto materiale da riscoprire!
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Giovanni Carta
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