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BARTOSZ OGRODOWICZ |
The legend of the lost land (EP) |
autoprod. |
2017 |
POL |
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Trattasi di power metal sinfonico, suonato interamente dal lungo crinito tastierista polacco, componente dei Pathfinder ed autore nel 2010 di un album di debutto solista intitolato “Forsaken”. Occorre fare attenzione, perché ci si potrebbe imbattere nella versione Cd-rom dell’album, che purtroppo non funziona su tutti i supporti audio (tra cui autoradio e computer). Detto questo, si tratta in realtà di un mini-album strumentale di venti minuti, le cui tracce effettive sono essenzialmente le prime due. La terza “After the battle” dura un minuto e la conclusiva “Bonus”, il cui minutaggio corrisponde praticamente a metà dell’intero lavoro, è una concatenazione continua di vari temi. Nulla a che spartire né con il prog rock e né tantomeno col prog-metal; il paragone, piuttosto, andrebbe fatto con i nostrani Rhapsody (soprattutto gli album solisti di Luca Turilli) e quello che loro hanno ribattezzato Hollywood-metal, a sottolineare l’intento di creare vere e proprie colonne sonore trionfali di stampo “metallico”. È sicuramente una musica da film, di rivisitazioni odierne dedicate a pellicole in cui si parla di eroi, giganti e gnomi. Poco altro da dire. Il musicista polacco, che fa tutto da solo, ha una grande tecnica e nel suo settore ci sa fare, anche se quanto proposto risulta davvero troppo poco affinché si possa esprimere un parere qualitativo riguardante la bontà della sua ultima pubblicazione. Ma magari si tratta di una specie di anticipazione del full-length vero e proprio, che però col progressive non c’entra assolutamente nulla, nemmeno di sfuggita.
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Michele Merenda
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