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DIALETO |
Live with David Cross |
Chromatic Music |
2018 |
BRA |
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Questo lungo live, che dura quasi un’ora e venti minuti, vede protagonisti i brasiliani Dialeto, giunti al loro quinto parto discografico. Si tratta della registrazione di una delle esibizioni tenute nel 2017 per supportare il loro precedente lavoro, “Bartok in Rock”, che, come il titolo lascia facilmente intuire, si basava su opere del celebre compositore ungherese. Questo strano e inaspettato incontro di mondi musicali così lontani trova piena conferma della sua validità proprio sul palco, dove il trio brasiliano dimostra pienamente la sua compattezza e la sua qualità, riproponendo con grinta e coinvolgimento un repertorio caratterizzato da una certa complessità. Già le prime tre “Danze popolari rumene” fanno entrare pienamente nel mood della proposta dei Dialeto: sound ruvido, brillante, intrigante, con l’accostamento riuscito di heavy prog e musica mitteleuropea. Ma il discorso si fa ancora più travolgente con tre “Mikrokosmos” (segnaliamo che ne viene eseguito anche uno non presente nell’album in studio), il cui rifacimento spinge pienamente verso l’energia e il cervello dei King Crimson del periodo 1973-74 e permette ai musicisti di mettere in mostra le loro notevoli capacità tecniche. Tra l’altro, a partire dalla quinta traccia, sale sul palco un ospite d’eccezione, quel David Cross che proprio con il Re Cremisi ha costruito la sua fama nei seventies e che contribuisce col suo violino a rendere ancora più ispirata la performance di Nelson Coelho (chitarra), Gabriel Costa (basso) e Fred Barley (batteria). “An evening in the village”, in origine un pezzo per piano, diventa dal vivo una sfrenata esibizione di gruppo, mentre “The young bride”, una delle opere per bambini, porta a conclusione la prima parte dello show con eleganza e con un’atmosfera che arriva al culmine grazie ad un crescendo impressionante per la tensione che trasmette. C’è ancora tutta la seconda parte del cd da ascoltare e, contando sulla presenza di Cross, i Dialeto decidono di puntare su una serie di pezzi dei King Crimson e abbiamo così l’opportunità di assaporare interessanti interpretazioni di “Exiles”, “The talking drum”, “Larks’ tongues in aspic, part two” e “Starless”, che non hanno bisogno certo di presentazioni per gli appassionati di prog ed in particolare dell’universo di Robert Fripp e compagni. Non si tratta di riproposizioni fedeli agli originali, anche in queste occasioni i Dialeto ci mettono molto di personale, con divagazioni, improvvisazioni e ricerca di una timbrica particolare. C’è anche un bel brano della David Cross Band, intitolato “Tonk” che si inserisce alla perfezione nel contesto con i suoi riff incandescenti e con l’andamento nervoso perfettamente in stile crimsoniano. Il crescendo maestoso e leggendario di “Starless”, sempre da brividi, porta a conclusione un concerto che meritava di essere immortalato, che fa trasparire la voglia di far avvicinare culture musicali solo apparentemente distanti e che grazie a questo cd ci fa conoscere meglio dei musicisti bravissimi e in grado di padroneggiare splendidamente un repertorio non certo facile.
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Peppe Di Spirito
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