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SCIENCE NV |
The quest for Prester John - Volume one / Volume two |
autoprod. |
2018 |
USA |
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Per questa nuova uscita i medici/scienziati/musicisti di Science NV inseriscono alcune novità. Non cambia la formazione a quartetto base con Davis chitarre e al basso, Graves tastiere e voce, Henriques chitarre, tastiere, flauto e voce e Kallet batteria e varie percussioni. Cambia il formato puntando questa volta su un lavoro diviso in due volumi, per oltre 107 minuti complessivi, per un concept piuttosto articolato. Si narra infatti dei miti e delle leggende che ruotano attorno alla figura del “Prete Gianni”. Personaggio leggendario, lui e il suo fantomatico regno, che nei diversi secoli, dal dodicesimo al diciassettesimo, è stato collocato in varie parti del mondo dall’Abissinia agli Urali, dalla Persia alla Cina e poi in Manciuria e Indocina, con passaggi a Roma, in Egitto e nell’area Bizantina. Le fenomenali ricchezze di cui avrebbe disposto il suo regno ne hanno fatto protagonista di molte storie narrate o semplicemente d’ispirazione per decine di libri dal Medioevo fino ad epoche recenti, e proprio a queste, il concept del disco è ispirato. Cambia notevolmente il parterre dei collaboratori, che sale di numero e di specialità. Troviamo archi, fiati e molte, voci per una trentina di collaboratori vivaci e tecnicamente molto validi (non tutti citati nelle note dei booklet, ma riportati nel sito della band). La struttura del lavoro, che ha richiesto un lungo e serio lavoro di oltre due anni con passaggi in numerosi studi di registrazione, è dominata da due lunghissime suite, una per volume e altri brani di minor lunghezza, ma non certo tutti brevi, a completare la storia. Per gli aspetti musicali, il progressive della band si protende verso forme di musica sinfonica elettroacustica e l’inserimento di molte voci, di chiara impronta lirica, rende l’opera molto vicina a forme di rock sinfonico con orchestra e con aspetti molto intriganti. C’è anche un chiaro tentativo di riportare il suono all’epoca delle leggende, esercizio tecnicamente complesso, ma a tratti persino riuscito. Il primo volume apre con tema classico e “Fanfare” ci porta rapidamente nella lunghissima “Eloise’s tale” per 32 minuti e mezzo di capriole a suon di rock sinfonico, progressive più intricato, space, folk acustico, jazz e persino qualche blando accenno riferibile alla scena di Canterbury. Non mancano, nel primo CD, ampi spezzoni minimalisti, sorretti da un pacato piano elettrico o dalle sonorità tranquille di soffici tastiere elettroniche, come in “An Earthly Paradise” o in “Beyond the Falls “ e neppure momenti più strambi e complessi, come in “The gates of Alexander”. Ad ogni modo un primo volume sorretto in maniera netta e decisa dalle tastiere, dai suoni e dalle strutture sinfoniche. Il secondo volume si apre direttamente nella lunga suite “Roderick’s Tale” e alle sue sette porzioni. Il riferimento testuale è alla seconda parte dell’ipotetico regno del prete Gianni, quindi al periodo che dal Medioevo va al diciassettesimo secolo. La suite è, come la precedente, piuttosto movimentata tra momenti più rilassati e tranquilli e altri strumentalmente più esplosivi, tra questi alti e bassi sonori spicca la terza parte, “On the road from Acre”, per forza espressiva e dinamicità e la porzione conclusiva “A good man goes home” che sposta gli accenti su temi pregni di una certa epicità tipica di forme del new prog e non possiamo nascondere di aver intravisto ampi temi marillioniani in questo ultimo passo della suite. Nel resto del CD, anche i due brani conclusivi, che si attestano sugli 8-9 minuti, presentano cose interessanti, percussiva e affine alla world music è “River of Jewels” con sonorità che richiamano vagamente “Passion” di Peter Gabriel. Più ricca, nervosa e, stavolta, dominata da una serie di duetti tastiera/chitarra che mettono bene in evidenza le ottime doti tecniche dei musicisti. Un bell’assolo di flauto con sonorità tipicamente settantine, una sezione cantata e soffusa e un ritorno alla tessitura iniziale portano a farne uno dei brani più interessanti del secondo CD, fino al momento del cantato finale che chiude le avventure fantastiche narrate. Sommando tutti i più e i meno dell’opera, siamo sicuramente a parlare di un risultato positivo. Certo l’ascolto di filato, sinceramente non l’ho provato, ma temo sia poco consigliabile. La suite del primo volume alza di parecchio il voto medio del lavoro, ma in effetti parliamo di circa un terzo del totale. Ma ci sono cose molto positive anche qui e là, quindi, lasciando da parte il possibile affaticamento, andiamo certamente verso un consiglio e un voto più che positivo.
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Roberto Vanali
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