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GREY MOUSE |
Animalism |
Soyuz Music / Addicted Label |
2014 |
RUS |
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Ascoltando produzioni discografiche provenienti dalla Russia in tempi bellicosi come questi che stiamo vivendo è inevitabile provare un profondo senso d’amarezza e sconforto, soprattutto per quanto non è stato fatto collettivamente per evitare che il disastro accadesse… Nonostante tutto, rimane sempre valido il classico vecchio slogan “Make Love, Not War”, specialmente adesso che riscopriamo il terzo disco dei moscoviti Grey Mouse “Animalism”, uscito nel 2014 pochi mesi dopo il precedente “Trip” ma con alcuni significativi cambi di line-up, un po' caotici a dire il vero: troviamo ora in formazione due suonatori di sitar (… e armonica compresa) ma intanto l’ottimo chitarrista Andrew Batalin lo ritroviamo solo in due brani, a ricoprire il suo ruolo abbiamo altri due chitarristi ospiti, Anton Orlov e Herman Aleshin, con l’aggiunta di Arseny Fedorov al banjo; i restanti componenti dei Grey Mouse sono rimasti invariati, con l’aggiunta di un altro suonatore di sitar, Sergey Perehov, ad affiancare Maxim Shutikov… Il nucleo centrale formato dalla sezione ritmica dei fratelli Chunikhin è ancora ben saldo, come è rimasta invariata anche la petulante, carismatica e fascinosa voce di Victoria Barsukova; qualche variazione nel registro musicale dei Grey Mouse invece la possiamo percepire, nell’inclinazione verso suoni un pochino più duri e grezzi, quasi garage talvolta, ma nel suo insieme l’identità del gruppo rimane fermamente posizionata su un solido e relativamente tradizionale heavy psych rock con tasso di “acidità” mediamente alto e varie deviazioni verso l’hard progressivo… La poetica psichedelica del precedente “Trip” si è fatta dunque meno delicata e “cosmica”, pur mantenendo intatta la stessa formula l’approccio di “Animalism” si è fatto lievemente più terreno e diretto, senza comunque tralasciare i profumi d’oriente e l’esotismo volutamente un pò retrò che caratterizza parte importante dell’identità musicale dei Grey Mouse… Da qui in avanti l’equilibrio interno per svariati motivi verrà meno e si perderanno le tracce dei Grey Mouse fino al 2021, con il ritorno dei fratelli Chunikhin affiancati dalla voce di Mikhail Kudrey e dal violoncello di Uliana Volkova per un nuovo inaspettato lavoro “A Moment Of Weakness”, disco poco reminescente dell’euforia psichedelica passata e più ancorato verso un sound tetro e scarno, una sorta di gothic/doom folk country rock autoriale che sembra presagire il punto di non ritorno...
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Giovanni Carta
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