Home
 
GREY MOUSE Blind & ugly BRP Records 2008 (Addicted Records 2020) RUS

Introdotto dal brevissimo e minaccioso strumentale “What the…?”, il nuovo album dei moscoviti Grey Mouse si sviluppa attraverso altre undici tracce in cui si accavallano psichedelia, stoner, post-rock, space rock e prog. Se a seguire troviamo un altro brano strutturato in maniera abbastanza semplice, con il crescendo tempestoso a caratterizzare “Agony…”, il prosieguo del lavoro si fa molto più particolare. I pezzi cominciano a dilatarsi e i musicisti sono bravi a costruire in maniera tale da sorprendere l’ascoltatore. Si fanno bastare chitarra, basso, batteria e voce per essere imprevedibili: a volte puntando su dinamiche non banali, a volte grazie a cavalcate strumentali che alternano passaggi scanditi da ritmi ipnotici ad altri più heavy. Così si va avanti tra sensazioni da West Coast americana attualizzata e rivitalizzata come accade in “Hatred” e “Follow” e soluzioni psych-prog che partono dagli insegnamenti dei Pink Floyd e dei corrieri cosmici tedeschi e che attraverso qualche reminiscenza sabbathiana arrivano poi verso territori più “desertici”, nei quali i Kyuss sono dietro l’angolo, vedi “Revenge”, “…death…” e “Vverh vniz”. E se in “Human hunt” prevale la componente più dura, non mancano la stravaganza di “Obsession”, quasi dieci minuti per lo più incentrati su esecuzioni percussive e, in chiusura, una composizione di oltre undici minuti, “Elephant in sand-glass”, legata ad un prog più sperimentale e quasi da jam session, ma senza eccessi, giocata su atmosfere e chiaroscuri molto suggestivi.
Per questo disco la band si era presentata in studio con il fondatore Alexey Chunikhin al basso, coadiuvato da Nikolay Mitenkov “Dorian” alla voce, Arseny Fedorov alla chitarra e Kirill Chunikhin alla batteria e alle percussioni, più l’ospite Herman Aleshin (appena fuoriuscito dalla formazione) alla chitarra in due brani. Nati negli anni ’90, i Grey Mouse hanno esordito discograficamente nel 2005 con “No masks”, carico di psichedelia e blues. Col passare del tempo, già a partire da questo “Blind & ugly”, c’è stata una costante evoluzione, anche attraverso svariati cambi di organico, che ha portato il gruppo ad esplorare più sentieri sonori. La Addicted Label sta ristampando alcuni dei vecchi album ed è l’occasione per scoprire questo percorso interessante, magari non sempre originalissimo, ma che può riservare piacevoli sorprese.



Bookmark and Share

 

Peppe Di Spirito

Collegamenti ad altre recensioni

GREY MOUSE Animalism 2014 
GREY MOUSE Trip 2020 
GREY MOUSE A moment of weakness 2021 

Italian
English