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O.A.K. Lucid dreaming and the spectre of Nikola Tesla Aerostella / Immaginifica 2022 ITA

Conclusa la trilogia esoterica, in cui la creatura di Jerry Cutillo esplorava, attraverso la narrazione di storie, leggende e vite di personaggi storici, le mille sfaccettature che uniscono il mondo reale con quello magico, l’attenzione si sposta, sia pur di poco, verso la scienza. Nikola Tesla è sicuramente un personaggio legato al mondo scientifico (come lo era in effetti Giordano Bruno, protagonista di uno degli album precedenti) ma la descrizione e la narrazione che ne viene spesso fatta, ancor di più in questa sorta di opera rock, lo avvicina in qualche modo a quello esoterico ed alchemico, facendo di questo personaggio un eroe geniale e visionario al pari di pochi geni che hanno calpestato il nostro pianeta in molti secoli di storia. E proprio come Giordano Bruno, la genialità di Tesla verrà mal compresa dai contemporanei, riservando ad entrambi un destino ben poco gratificante nella loro vita terrena.
Se dal punto di vista concettuale Cutillo e il suo progetto OAK (Oscillazioni Alchemico Kreative) continuano quindi un percorso in senso logico e consequenziale, da quello musicale avvertiamo invece una variazione abbastanza significativa. Viene messo un po’ da parte il Rock Progressivo che caratterizzava le precedenti opere in favore di un approccio più lirico e narrativo (ma con ampi spazi strumentali), con varie voci ad affiancare quella di Cutillo e rappresentare vari personaggi e stati d’animo, come una vera opera rock appunto, funzionale alla narrazione di alcuni episodi ed aspetti della vita dello scienziato di origine serba.
Tutto è luce” soleva affermare Tesla, e l’album inizia proprio con “Everything is Light” che ci presenta la sua visione dell’universo: “come il raggio del sole accarezza il fiore, l’energia della Luce influenza il motore di tutte le cose”. Il brano funge da overture dell’opera ma è con la successiva suite “Oscillation Alkemy Kreativity” che si entra nel vivo della narrazione della sua vita, raccontandone la nascita (in una notte costellata di fulmini), della promessa fatta, quasi in punto di morte, di dedicarsi al miglioramento della condizione umana, e del suo arrivo a New York. La musica assume sembianze magiche e quasi psichedeliche, con atmosfere misteriose e spaziali e liriche declamate tra sussurri e riverberi cosmici.
Non siamo certamente di fronte a un album kraut o space rock, beninteso. Jerry e i suoi ospiti si muovono in un ambito che ancora profuma di Prog rock, tutto sommato, benché l’odore sia molto meno forte e deciso che in passato, come si diceva, con sonorità ed ambientazioni orchestrali che, come tutta l’impalcatura musicale, edificano atmosfere ampie e misteriose, grandiose ma a tratti quasi drammatiche, quasi a voler rappresentare lo scontro tra l’immensità delle idee e dei sogni del protagonista con le difficoltà e le frustrazioni della realtà.
La narrazione relativa alla vita di Tesla si esaurisce in pratica con questo lungo brano. Gli altri quattro brani dell’album vogliono costruire un ponte tra la visione dello scienziato e la nostra realtà, come suggerito dal titolo. C’è una dedica a tutti i bambini coinvolti nelle guerre (“Learn To Run in Your Dreams”), un canto di libertà per la conoscenza (“The Comet and the Dreamer”, con la splendida voce di Olja Karpova), una riflessione sulla libertà generata dalla semplice osservazione di un uccello bianco (“White Wings”) ed infine un rimpianto sugli errori della vita, accompagnato dalla consapevolezza di voler rifare tutto uguale, se se ne avesse la possibilità (“The Silver Cord”).
Si tratta senz’altro di un album dal minor impatto immediato rispetto ai suoi predecessori, sicuramente più difficile da metabolizzare e il cui ascolto, almeno per le prime volte, deve essere accompagnato dalla lettura del booklet per poterne apprezzare appieno le tante sfaccettature.



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Alberto Nucci

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