|
IL SISTEMA |
Rock & stop |
Mellow Records |
2023 |
ITA |
|
La ristampa de “Il viaggio senza andata” ha spinto Ciro Perrino a rispolverare altre registrazioni del Sistema. Il programma, denominato “Il Sistema edition”, è quello di proporre una serie di pubblicazioni, a cadenza annuale, grazie alle quali sarà possibile scoprire nuovi tesori di questo gruppo seminale. Questa prima uscita, intitolata “Rock & stop” mostra subito le varie anime musicali della band sanremese, recuperando nuove incisioni che, pur presentando il difetto di una qualità audio derivante dai mezzi di fortuna dell’epoca (si parla di nastri risalenti al periodo 1969-1971), hanno un valore artistico e storico notevolissimo. È bene ribadirlo: il Sistema è stato un gruppo che ha anticipato tutto quel movimento del prog italiano che si sarebbe sviluppato dal 1971 in poi. Stiamo parlando di veri e propri precursori, tra i primi a cogliere quel nuovo sound che si stava sviluppando in Gran Bretagna e a portarlo nella nostra penisola con varie contaminazioni per darne poi una propria visione personale. Agendo in questo modo, il Sistema è stato capace di muoversi verso ampi orizzonti, dimostrazione ben evidente in “Rock & stop”, dove incontriamo la psichedelia di “La strada nel deserto”, il blues rock di “Spazio avulso” e “I wouldn’t somebody” ed elementi cari ai primissimi Deep Purple nella title-track. Sul fronte più legato al rock progressivo, segnaliamo la presenza di una versione diversa della graffiante “Sangue sulle ruote”, poi la breve “Tempi dispari”, “Minotaurus” e la conclusiva e classicheggiante “Rondeau”. Si tratta di composizioni che mettono in luce la capacità di lanciarsi, con buona perizia tecnica, in una proposta che vede fondersi rock, elementi sinfonici e romanticismo mediterraneo. L’organo Hammond è spesso in primo piano, ma sono sempre intriganti gli interventi del flauto e della chitarra elettrica, su ritmi sempre imprevedibili. C’è poi un lato fortemente sperimentale, sottolineato in particolare da “Sperimentazione”, nella quale i musicisti si divertono a sondare le capacità dei loro strumenti tra dissonanze e improvvisazione, e la lunghissima “Variazioni”, nel quale il discorso si fa ancora più complesso. Si tratta, infatti, di un esperimento di oltre ventisei minuti che parte con sferzate hard prog e si dipana poi in completa libertà tra intrecci strumentali di pregevole fattura, fughe solistiche di qualità, ritmiche solide e deviazioni avanguardistiche in sette minuti finali nei quali si affrontano melodie sghembe, rumorismo ed echi di corrieri cosmici e dei Pink Floyd di “Ummagumma”. Non si può che essere lieti del fatto che Ciro Perrino abbia rimesso mano agli archivi del Sistema e accogliamo quindi con gioia questo nuovo documento che non fa che rafforzare ulteriormente quanto ci aveva già raccontato “Il viaggio senza andata”.
|
Peppe Di Spirito
Collegamenti
ad altre recensioni |
|