Home
 
CHOCLAT FROG On detour to shortcut autoprod. 2023 GER

Aveva debuttato nel 2021 il duo denominato Choclat Frog e formato dai tedeschi Tim e Rainer Ludwig e aveva suscitato buone impressioni con una musica indirizzata verso un R.I.O. non estremo, abbastanza vigoroso e che vedeva anche non pochi elementi zappiani tra le varie influenze. Ritroviamo la coppia, ancora affiatatissima, dopo due anni, per questo nuovo album intitolato “On detour to shortcut”. Diciamo subito che se l’esordio era sicuramente più pazzoide, nel secondo lavoro la rotta cambia solo leggermente e non viene a mancare il fattore di imprevedibilità, grazie ad una serie di brani che mostrano una buona attitudine a proporre un sound intricato, ma senza mai raggiungere alcun eccesso. Rispetto al precedente disco, troviamo magari meno melodie sghembe e maggiore potenza e acidità. Se con l’opener “Spaceloop” i Choclat Frog sembrano giocare a fare degli Yes più grezzi con belle sfuriate chitarristiche, la seconda traccia “Bomb alert” ci mette di fronte a quello che sarà l’orientamento prevalente del cd, con riferimenti netti ai King Crimson degli anni ’73-’74, qualche strizzatina d’occhio a certo rock alternativo in voga negli anni ’90 (Mr. Bungle, Faith No More), stravaganze che rimandano ad altri “folli” quali i Residents e asprezze vocali. Ritroveremo caratteristiche simili in “This is my wife”, che ha anche un certo tiro nonostante i break improvvisi, nell’avant-rock di “Pollock”, con la chitarra in evidenza e ancora con svariati cambi di tempo, e in “Bound by instructions”, dove ad un inizio melodico in stile Re Cremisi anni ’80 seguono dissonanze, soluzioni cacofoniche, sperimentazioni, improvvisazioni. Con “Pulp stalking”, invece, i Ludwig presentano una sorta di heavy rock blues indolente e dalle atmosfere cupe, con alcuni frangenti in cui il basso si erge ad assoluto protagonista grazie a solos avvolgenti. La title-track, che con i suoi nove minuti è la composizione di maggiore durata dell’album, è un lungo labirinto sonoro in cui si va quasi alla ricerca di un (impossibile?) punto di incontro tra Robert Fripp e Frank Zappa, con le chitarre e i sintetizzatori a sfidarsi e con ritmi ossessivi tra tempi composti e colpi metronomici. Dopo tanti assalti frontali il finale d’atmosfera affidato ai tre minuti di “Reboot” si mostra misterioso, tra toni ambient ed una curiosa tromba campionata per una conclusione che non poteva essere più inaspettata. Come il suo predecessore, anche “On detour to shortcut” è da considerare un lavoro che richiede più ascolti ed una certa concentrazione per cogliere in pieno le trovate strumentali dei Choclat Frog. Per un approfondimento dei testi, invece, ci viene incontro il booklet di accompagnamento, che contiene anche delle note esplicative riguardanti la genesi dei vari pezzi. Non saprei dire a che livello inserire il duo tedesco in una scala di valori riferita alle frange più avanguardiste del prog odierno; di certo le qualità ci sono e questo progetto viene portato avanti in maniera convincente, con entusiasmo e discreta inventiva.



Bookmark and Share

 

Peppe Di Spirito

Collegamenti ad altre recensioni

CHOCLAT FROG Snapshot 2021 

Italian
English