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DIVÆ PROJECT Prog will never die Progressivamente / Universal 2023 ITA

A due anni di distanza da “Stratosferico”, ritroviamo la sigla Divae per quello che possiamo considerare un vero e proprio progetto aperto, che mostra ancora una forte voglia di portare avanti a suo modo il rock progressivo italiano del ventunesimo secolo. Il nuovo lavoro, con un titolo che è tutto un programma come “Prog will never die”, è uscito solo in vinile e non si sa ancora se, similmente a quanto avvenuto con il precedente, sarà disponibile tra qualche tempo la versione in cd. Ci troviamo di fronte un “Original & instrumental side”, nel quale sono presentati tre infuocati brani originali e interamente strumentali firmati da Davide Pistoni, che è un po’ la guida del progetto, ed un “BMS side”, dove similmente a quanto era avvenuto su “Stratosferico” con un omaggio agli Osanna, i Divae Project stavolta rileggono tre pezzi del Banco del Mutuo Soccorso.
Il disco si apre con “Tango zoppo”, titolo che già descrive molto bene i contenuti, con i ritmi e la fisarmonica a spingere verso il tango, senza mai perdere un’essenza strettamente legata al progressive rock. A seguire, troviamo “È pericoloso giocare con il fuoco”, composizione nella quale i musicisti vanno ad esplorare certo jazz-rock, con un certo vigore, ma senza perdere di vista un respiro mediterraneo erede degli anni ’70 quando Arti & Mestieri, Perigeo e Baricentro sfornavano gioielli ancora oggi apprezzatissimi. Il primo lato si chiude con la title-track, decisamente orientata sul lato più romantico del prog, con una prima parte classicheggiante caratterizzata da docili melodie disegnate da tastiere, pianoforte e sintetizzatori ed una seconda in cui si spinge un po’ di più sull’acceleratore e si vola con un rock sinfonico carico di feeling e con la chitarra elettrica in bello spolvero. Giriamo il vinile e ci troviamo di fronte il lato dedicato al Banco del Mutuo Soccorso. Le versioni offerte non stravolgono gli originali, ma è chiara la voglia di offrirne una visione personale che dia un tocco di modernità senza far venire meno il pathos di cui erano pregni i pezzi presentati. E le scelte sono tutt’altro che banali, a partire da “La città sottile”, impreziosita dall’eleganza pianistica di Gianni Nocenzi, passando per una sempre struggente “750.000 anni fa… l’amore?”, dove si inserisce alla perfezione anche il timbro del violino, e andando a concludere con la raffinatezza di “Bambino”, nella quale anche Vittorio Nocenzi dice la sua al pianoforte. Nota di merito anche per Luca Velletri, che offre una ottima performance vocale in quella che è una sfida sempre molto complicata quando ci si trova al cospetto di opere che hanno bene impresso il marchio di Francesco Di Giacomo.
Sanno toccare le corde giuste i musicisti coinvolti con i Divae Project ed anche questo nuovo album centra il bersaglio, presentando un linguaggio sonoro legato sì a cinquanta e passa anni di progressive rock, ma ricco di personalità e pronto a viaggiare in varie direzioni con la voglia innata di sperimentare, di trovare nuove vie e soluzioni e di andare in cerca di contaminazioni.



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Peppe Di Spirito

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