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Il polistrumentista Richard Wileman è attivo con la sigla Karda Estra già da diversi anni e continua la pubblicazione di interessanti lavori basati su un progressive molto morbido ed atmosferico, con le tastiere in primo piano a creare sfondi tranquilli ed estatici. Ma Wileman (abile cesellatore anche con le chitarre classiche ed elettriche) è coadiuvato da altri musicisti che arricchiscono le raffinate sonorità con i timbri delicatissimi di violino, violoncello, viola, oboe, flauto e sax e risulta fondamentale anche la presenza anche di Ileesha Bailey, che con i suoi celestiali e sognanti vocalizzi contribuisce in maniera non indifferente a rendere affascinante le composizioni presenti in questo disco. "Musica ispirata dallo spazio e dal tempo", recitano le note di copertina e questa sorta di new-age sinfonica e cosmica si ravvisa chiaramente nelle sette tracce che vanno a formare quest'album, che prende non pochi spunti dalla musica classica, ma che pure è legato strettamente a certe esperienze dei Popol Vuh (come non sentire qualcosa di "Hosianna Mantra" in alcuni frangenti di "Cassiopeia" e "Phoenix"), dei Djam Karet versione ambient (in particolare su "Vela"), dei recenti Hostsonaten o dell'Anthony Phillips più orchestrale. E, per rimanere in tema genesisiano, si segnala anche la cover di "Twice around the Sun", bel brano di Steve Hackett presente su "Darktown", qui in una versione atmosferica molto suggestiva. "Constellations" è uno squisito album carico di magia, di passione e di emozioni, che punta sulla sensibilità piuttosto che sulla tecnica, facendo innalzare notevolmente le quotazioni a nome Karda Estra, "entità" da scoprire e da seguire attentamente.
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