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OSADA VIDA Particles Metal Mind Productions 2013 POL

Quarto album più tre demo ed un dvd alle spalle per la band prog-metal polacca, la quale non ha mai disdegnato puntate nel prog rock vero e proprio. Un elemento, quest’ultimo, che aveva portato anche a brani lunghi e dilatati, mettendo all’attenzione del pubblico – soprattutto col precedente “Uninvited dreams” (2009) – dei musicisti che indubbiamente ci sapevano fare, con capacità musicali assai interessanti, ma che necessitavano ancora di qualcosa per fare quel fantomatico salto qualitativo che porta ad essere ritenuti bravi davvero e quindi ben sopra la media delle tante discrete (ma anche buone) realtà che riempiono il settore.
Su quest’ultima fatica entra in formazione un front-man vero e proprio, Marek Majewski (ex Acute Mind), lascando così Łukasz Lisiäk libero di dedicarsi esclusivamente al basso. Il nuovo acquisto denota una voce limpida e brillante, per niente timorosa, aggressiva o ruffiana a seconda dell’occasione. Da qui, la seconda novità: “Particles” lascia le dilatazioni del recente passato e punta decisamente all’impatto immediato, spesso con melodie dalla fruizione più o meno semplice e a volte con scelte assai dure, tipo il cantato addirittura growl di “Shut”. Nelle note di copertina si parla di una musica elaborata anche seguendo la vena degli Yes, oltre a quella dei Porcupine Tree (non esattamente del periodo floydiano, comunque…), i Pain Of Salvation ed i connazionali Riverside. Tutto ciò porta quindi alla fatidica ascesa di livello?
Mah… Il discorso rimane piuttosto invariato; un gruppo abile, professionale e che si pone come obiettivo quello della comunicabilità tramite partiture comunque complesse… Il risultato finale, però, rimane oscillante. Non c’è una linea di demarcazione finalmente precisa, spesso ci si impantana con le “facilonerie” un po’ troppo commerciali e pur apprezzando la loro proposta non si può certo gridare al nuovo miracolo. Va comunque rimarcato il lavoro al basso di Łukasz, sempre vibrante e spina dorsale di ogni brano, per non parlare di Bartek Bereska, che si mette in luce come uno dei migliori chitarristi prog-metal del momento; quest’ultima segnalazione non è basata sull’aspetto tecnico (peraltro non da poco), ma su quella che è l’attitudine compositiva dei vari assoli. In un momento in cui non ci sono nuovi John Petrucci o Brendt Allmann all’orizzonte, non appare affatto poco.
I sei minuti della strumentale “David’s Wasp” fanno parte del momento migliore dell’album, in cui la curiosa atmosfera oscura (eccoli i Porcupine) è ben scandita dal pianoforte multiforme di Rafał Paluszek che dialoga con la chitarra effettata di Bereska, a cui occorre aggiungere la bonus track: “Master Of Puppets”. Sì, proprio la cover del celebre pezzo dei Metallica, che necessita di un discorso a parte. Qui, infatti, viene messo completamente da parte il cupo thrash metal permeato per l’occasione da un apocalittico sinfonismo dei quattro horse-men, si destruttura il pezzo e lo si rimette insieme su una base decisamente jazzata, sulle cui partiture non solo vola il pianoforte ma anche la batteria di Adam Podzminski, continuando a gustarsi le evoluzioni sia di Bereska che di Lisiäk e sottolineando che Majewski canta senza alcun timore reverenziale. In un primo momento gli ascoltatori rimarranno senza alcun dubbio spiazzati, non sapendo se applaudire oppure lanciare ortaggi, ma dopo un paio di ascolti saranno in molti ad apprezzare quella che è la messa in pratica dell’autentica filosofia delle cover. Poi ci saranno quelli che nemmeno si soffermeranno ad ascoltare e, terminato il minutaggio della canzone, diranno a priori che il pezzo fa comunque pena. Un’eventualità da mettere certamente in preventivo. C’è però da aggiungere che chi non conosce l’originale, potrebbe benissimo trovare “Master…” come un esempio di moderna mistura di prog e jazz pianistico. E pensare, magari, che se gli Osada Vida concentrassero tutte le loro capacità su questo versante, quasi sicuramente uscirebbero da qualsiasi contraddizione che sembra attanagliare la loro carriera.


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Michele Merenda

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