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HENNING PAULY Credit where credit is due Progrock Records 2005 GER

Henning Pauly ha lavorato in un grande numero di progetti musicali, legati agli stili più disparati, come arrangiatore, compositore e musicista: lo ricordiamo nel progetto Frameshift e nei Chain, tanto per citare le sue produzioni più note. Pur considerando il progressive (specie quello contaminato dal metal) fra i suoi generi più congeniali, Henning non disdegna di spaziare verso qualsiasi direzione la sua fantasia gli indichi. Tutto il suo eclettismo viene riversato nella stesura di questo lavoro (il secondo che lo vede impegnato come solista polistrumentista) che, ci duole constatare, presenta solo una lontana parentela, ad essere buoni, col nostro genere musicale. Si tratta fondamentalmente di un album con sonorità metalliche e contaminazioni noise, fatto di riff granitici e con un cantato (a cura di Juan Roos) spesso urlato e a volte scandito come uno slogan. Già dalla traccia di apertura sperimentiamo un sound rabbioso con riff distorti ma anche con un curiosissimo banjo (così almeno sembra) allegramente strimpellato in sottofondo. Le linee vocali hanno un che di cantabile e in effetti si ha l'impressione che le canzoni, al di là del loro impatto brutale, vogliano essere accessibili all'ampio pubblico. Virando da uno stile all'altro troviamo spazio anche per ballad romantiche (come "Three" o la delicata "Seven", con pianoforte e batteria elettronica) ma anche per inni power alla Gamma Ray con cori di stampo teutonico, mischiati però a contaminazioni più rumorose (come nella metallona "Scheiblautundhartwiedreck"), passando per velleità pop come "Radio Sucks" e canzoni con coretti alla Alice Cooper ("Copyright Conspiracy"). In conclusione, non mi sento di bocciare del tutto l'album che presenta, nel suo genere, i suoi momenti di creatività è doveroso però avvertire che, se non vi interessano le sperimentazioni in ambito metal, farete meglio a stare alla larga da questo CD.

 

Jessica Attene

Collegamenti ad altre recensioni

FRAMESHIFT Unweaving the rainbow 2004 
FRAMESHIFT An absence of empathy 2005 

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