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PRIAM Diffraction (open limit) Musea 2001 FRA

Il primo album dei Priam era quasi un'ode al Progressive sinfonico: si rasentavano i limiti del mieloso addirittura, ma il risultato è stato apprezzato dai molti che si sono procurati il loro CD d'esordio. Questo "Diffraction" è un cambio di direzione piuttosto netto: pur non mancando bei momenti in cui, guidata da una chitarra molto hackettiana, la melodia la fa da padrona, per la maggior parte dei suoi quasi 70 minuti ascoltiamo una musica in dissonanza, spesso rarefatta, con momenti spigolosi e crimsoniani e slanci jazzati. E' senz'altro importante notare la confezione digipak molto cyberpunk di questo CD, un aspetto che ritroviamo nella musica che ci ritroviamo ad ascoltare, la quale ha secondo me almeno due difetti: innanzi tutto la sua dilatazione, la presenza di molti momenti tirati un po' troppo per le lunghe. Tutto sommato questo può non essere negativo in quanto serve a dar maggior risalto ai momenti in cui invece la ritmica si fa più nervosa e furiosa. In secondo luogo, il fatto di percorrere così tante direzioni all'interno di un disco non contribuisce certo a dare personalità a quest'ultimo e questo è il difetto principale, secondo me, di "Diffraction".

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

PRIAM ...3 distances/Irregular signs... 1998 

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