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IMAGIN'ARIA |
La tempesta |
Lizard |
1999 |
ITA |
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Si può riassumere il mio giudizio in quattro parole: grande musica e grande gruppo. Dopo l'ottimo esordio di "In un altro quando", gli Imagin'aria continuano sulla stessa strada intrapresa qualche anno fa, ma con molta più fantasia e soprattutto un bel set aggiuntivo di maturità artistica. Dovessi dire di che genere è il disco in questione non lo saprei definire esattamente: molta PFM (ma con pochissima tastiera!), un po' di musica etnica, una buona quantità di canzone d'autore, un tantinello di musica popolare e tanta voglia di sperimentare e di giocare con la musica. Ma è un gioco per adulti e gli Imagin'aria sono adulti già da tempo. Se nel disco precedente il gruppo aveva cercato di adattarsi a cliché predefiniti del prog (soprattutto nei testi), adesso si è decisamente svincolato dai modelli innati per creare un disco nuovo e fresco, che può trovare un posto d'eccezione nel panorama prog italiano. La voce di Daniele è riuscita a migliorare ancora, e non era facile, vista la prova nel disco d'esordio! E gli strumentisti hanno addosso un'energia invidiabile, tanto che la registrazione sembra fatta dal vivo. Le uniche pecche del disco in questione si hanno nella eccessiva brevità e nelle prime due canzoni che, assai accattivanti nei rispettivi temi portanti, ma un po' troppo radiofoniche. Tali pecche sono ampiamente riscattate dal riff di chitarra elettrica nel finale della suite "La canzone del Navigante". Un disco per chiunque ami la buona musica, non solo per i patiti del prog.
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Marco Lastri
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