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MINDFLOWER |
Mindfloater |
Mellow |
2001 |
ITA |
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Sei anni dopo un album d’esordio prevalentemente acustico e piuttosto moscio, Fabio Antonelli ritorna coi suoi Mindflower con un disco dalle caratteristiche completamente differenti. Il terreno su cui ci si muove è più rock adesso e soprattutto il suono è più ricco e corposo, tanto che anche le parti acustiche e intimistiche ci guadagnano ampiamente. Le sonorità ci ricordano immediatamente i Pink Floyd: il brano d’apertura sembra un estratto di "A momentary lapse of reason", ben concepito, incisivo ed accattivante. In altri momenti sembra invece che il gruppo si sposti su atmosfere più Canterburyane, un Canterbury talvolta leggero e melodico in stile Camel o Caravan oppure più avvicinabile al nome e allo stile di Anthony Phillips. Il disco pare essere un concept album, anche se mi sfugge al momento il suo messaggio; ad ogni modo è bello il suo dipanarsi, i temi che si rincorrono o che si sviluppano senza fretta, tutto con un incedere raffinato e solenne al tempo stesso. Davvero un bel disco che, pur non raccontandoci nulla di nuovo, si impone prepotentemente alla nostra considerazione.
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Alberto Nucci
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