Terzo album per il gruppo guidato da Roberto Sgorlon ma che, come sempre, gode della sapientissima mano di Paolo Paroni alle tastiere e alla conduzione (del coro d'archi presente in vari punti del disco), forte della sua professionalità e sapienza musicale. La discontinuità nel corso dello stesso album era forse il difetto principale dei due precedenti lavori, pur essendo essi da additare entrambi come esempio di Prog sinfonico intelligente. In questo "Mit" essa diviene forse l'arma vincente, dato che trattasi di un'opera concettuale (non proprio un'opera rock ma neanche un semplice concept), uno story-album direi, in cui gli alti e bassi narrativi sono in funzione della storia (per fortuna raccontata chiaramente nel booklet, così ingombrante da aver costretto alla pubblicazione in confezione da doppio cd). Bassi qualitativi in effetti non ce ne sono e il tutto ha un apparire organico e non rattoppato. Il cantato è ancora appena decente, specie sulle note alte, ma la poesia degli arpeggi di chitarra, dei delicati tocchi di piano e del sinfonismo non invadente che ci accompagna per tutto l'album compensa ampiamente questo difetto. Un album di cui invito ardentemente ad ascoltare il sussurro.