|
Questo novello gruppo svedese nasce come progetto ludico parallelo del polistrumentista Hansi Cross (Cross) che per l'occasione lascia da parte il suo egocentrismo limitandosi ad un ruolo paritetico rispetto agli altri musicisti: il tastierista e chitarrista Olov Andersson (Grand Stand) e il bassista Göran Fors (Galleon) ai quali si unisce la voce aggraziata di Lizette Von Panajott. Il prodotto finale non solo non si avvicina minimante agli ostici ed indigesti Cross ma non eguaglia neanche in eleganza e raffinatezza il new prog dei Galleon. Ne deriva un album, ś piacevole, tutto sommato, ma senza spessore, che scivola via epidermicamente senza lasciare traccia: un rock progressivo melodico, non impegnativo, dalle trame chitarristiche grezze e dagli inconfondibili richiami Marillion-Genesisiani che appaiono comunque spenti e stemperati. In teoria si dovrebbe parlare degli Spektrum come di un supergruppo, in pratica non vedo niente di superlativo in questo progetto che sembra privo di carattere e di originalità pur risultando, ripeto, nel complesso abbastanza godibile ad orecchie non particolarmente esigenti.
|