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GARDEN WALL Path of dreams WMMS 1994 ITA

Ottobre 1994: pochi giorni dopo la sua uscita, si sparge già la voce che il secondo album dei GARDEN WALL rappresenta un'occasione speciale da non mancare. Dopo l'incerto "Principium" (1993), ricco di buone idee ma anche di ingenuità, il duo Seravalle/Olivo, coadiuvato alla batteria dal professionale apporto di Thomas Schaufler, sforna un secondo album coi controfiocchi. Un CD che non rinnega il dark Prog degli inizi, ma che lo espande e lo completa, fino a creare qualcosa di attualissimo e molto creativo. Più di metà delle parti strumentali e dei pezzi sono opera di una sola persona (Sandro Seravalle), ma l'album non risente di alcun senso di artificiosità: stavolta non v'è nessuna nota di troppo, né inutili artificiosità a sminuire la buona creatività del (diciamo così) gruppo. I primi due pezzi sono, diciamo così, d'ordinaria amministrazione, anche se belli in maniera differente: "Prelude" è un breve pezzo per pianoforte, "Communion" e "The bride of the wind" c'introducono senza grossi traumi alla musica dei GW. Il primo capolavoro giunge con "Sex": inizio quasi new Prog, potente, deciso, un assolo di chitarra che sembra non finire più; parte centrale riflessiva, e poi via per il gran(dissimo) finale! Non posso contenere l'entusiasmo: il CD ha preso una piega davvero buona. "Band läuft" prosegue la teoria degli assoli da brivido: Sandro controlla la sua chitarra come un pilota di formula 1 controlla la sua macchina. I toni della musica si fanno oscuri: le canzoni sono altrettanti quadri (riprodotti nel booklet) dalle immagini spesso inquietanti e la musica li racconta a meraviglia. "Kaos", "Band läuft" ed "Oniros" sono pezzi in cui chitarra e tastiere s'inseguono incessantemente, dando corpo alle inquietudini di cui ci potremmo trovare vittime osservando le immagini dei quadri. "The cage" invece è un episodio che poco mi convince, troppo pomp, secondo me. Il pezzo finale "Maj di muart", cantato in friulano, ritorna su ottimi livelli, aggiungendo un che di nostalgico alla narrazione: davvero una cosa particolare. Il giudizio finale è più che positivo: a questo punto non oserei consigliare alcunché ai GW per migliorarsi, cosa sempre possibile, ovviamente. Le composizioni sono ora ben più mature e resta davvero poco da fare... bravi!

 

Alberto Nucci

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